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 2007  novembre 10 Sabato calendario

Al posto delle candide flanelle bianche d´antan, indosso una tuta sigillata per addentrarmi nel polverone che si sta sollevando intorno al tennis, alle scommesse, e non solo a quelle

Al posto delle candide flanelle bianche d´antan, indosso una tuta sigillata per addentrarmi nel polverone che si sta sollevando intorno al tennis, alle scommesse, e non solo a quelle. Prima la Hingis si fa di cocaina, quasi fosse il mio povero amico Gerulaitis o Wilander: tutti e due alle ricerca di ispirazione per suonare la chitarra. Tra l´altro, oltre ad una povera bulgara che prendeva pillole da mamma incinta, la Hingis è la prima rea. Perché? Ma perché soltanto da gennaio le spese delle analisi son state assunte dalla Itf (Federazione Internazionale) che fa sul serio, e non si preoccupa minimamente se qualche dipendente della Wta (Associazione Donne) getta discredito sul tennis femminile, facendo fuggire gli sponsor. Adesso è poi arrivato l´avvelenamento, scoperto dalla Bild: il tedesco Tommy Haas sarebbe stato avvelenato sul due pari dai quei furfanti dei russi, preoccupatissimi per averlo visto sconfitto tre set a zero dal loro Andreev nella prima giornata di Davis, a Mosca. Fossi al posto della Itf intimerei alle squadre che si recano in Russia di portarsi dietro un assaggiatore, come si faceva ai tempi dell´impero romano, in corti di dubbia moralità. Ma la vicenda che appare più preoccupante è quella delle scommesse. Per ragioni accidentali son stato il primo a parlare in Italia delle scommesse tennistiche su Betfair e siti analoghi, grazie alla consulenza di un esperto di Ladbroke, l´avvocato Zuccoli. E mi sono reso conto che le scommessine artigianali che facevamo trent´anni fa, tra noi tennisti, son state superate dalla possibilità di scommettere insieme sul perdente e sul vincitore, ad ogni mutar di quindici. Un insolito flusso di denaro spostatosi nel corso del match tra la star Davydenko e il gregario Vassallo Arguello (mezzo italiano) ha portato ad una indagine che ha avuto, ieri, un risvolto degno di Charlie Chaplin: gli investigatori hanno convocato la moglie dell´imputato russo per domandarle quale mai fosse la resistenza al dolore del marito. Domanda insidiosa, che getta una luce preoccupante non tanto sulle scommesse online, quanto sui rapporti sadomaso tra i Davydenko. Ma, tra tante supposizioni, e sull´indagine riguardante quasi tutti i poveri - anche in senso qualitativo - tennisti italiani, è stato alfine rinvenuto un corpo del reato. Si tratta del numero di una carta di credito, che il candido tennista siciliano Alessio di Mauro, ora n. 124 della classifica, aveva affidato ad una società di scommesse online. Lo sventurato tennista ha commesso il reato di puntare cifre risevoli non soltanto su match di football, ma anche di tennis, tralasciando, affermano i bene informati, di trarre utili dalle sue molte sconfitte. Di Mauro verrà probabilmente squalificato, per dare un esempio, mentre mi permetto di sospettare che la deposizione della signora Davydenko, ex entreineuse di qualche esperienza, finirà per salvare il marito. Ma ci sono in corso altre 250 indagini, che, se verificate, potrebbero costringere i dirigenti di Wimbledon a richiamare in campo il vecchio scriba, per ovviare alla insufficienza dei partecipanti. A chi rimane scandalizzato e incredulo, pare il caso di domandare: mai sentito parlare di insider trading?