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 2007  novembre 10 Sabato calendario

FABIO VERGNANO

TORINO
Antonio Giraudo si è chiuso alle spalle la porta di Calciopoli allontanandosi dai clamori di una popolarità che era diventata molto scomoda. Artefice del miracolo Juve degli anni Novanta, l’ex ad bianconero ha scelto il silenzio in contrasto con gli schiamazzi di qualche ex sodale che parla molto e a volte a vanvera. Gli ultimi a intercettarlo sono stati i carabinieri che ascoltavano le sue telefonate a Moggi e Pairetto. Nessuno c’è più riuscito. Fuga dai miasmi, trasloco rapido con approdo a Londra. Dal maggio 2006 è diventato l’uomo invisibile: uscite pubbliche azzerate, interviste negate. Ha venduto le azioni del club bianconero in suo possesso, a Torino continua a farsi vedere per ragioni familiari, ma girando al largo da tutto ciò che sa di passato.
A volte, però, tornano. A volte il «virus» si insinua di nuovo e le ricadute sono sempre possibili. C’è un pezzo di vecchia Juve che si pensava avesse abdicato e che, invece, pare pronta a far sentire di nuovo la propria voce. E’ appunto il caso di Giraudo, che va sempre dove lo porta il business. La permanenza londinese gli ha permesso di approfondire ulteriormente la conoscenza del calcio inglese, il ricco calcio inglese in cui ha messo radici da poco anche l’amico Flavio Briatore. Un’ottima opportunità per ripartire, per rifarsi una verginità calcistica in contrasto con i suoi vecchi compagni di cordata. Moggi ha scelto di apparire sempre e comunque, cercando di riaffermare la sua non colpevolezza, ma pare aver chiuso con il calcio. Bettega ha rifiutato offerte di altre società, perché la juventinità gli è rimasta addosso come il profumo di un’amante. E infatti della Triade è l’unico che figura ancora fra gli azionisti. Nel futuro c’è un libro, non mancherà di trovare chi glielo pubblichi.
Giraudo è stato il primo a defilarsi, ma a quanto pare anche il primo a rientrare. E’ ormai noto che Briatore abbia diversificato i suoi interessi acquistando il Queens Park Rangers, squadra della seconda divisione britannica. Il coinvolgimento di Giraudo sinora era rimasto un gossip, una voce senza conferme, ma ci sono segreti che hanno le gambe corte. L’ex dirigente bianconero si è mosso a fari spenti, però in maniera decisa, senza ricoprire ovviamente ruoli ufficiali, lui che in Italia è stato squalificato per cinque anni. Quote, quelle probabilmente ne ha acquistate. Ha cominciato a frequentare la sede di South Africa road mettendo a disposizione della società, che sta tentando di risalire verso la Premier, tutta la sua esperienza in fatto di gestione manageriale a 360 gradi: bilanci, diritti tv, stadi. Dodici anni di Juve ne hanno affinato un’abilità che gli veniva riconosciuta anche nelle precedenti esperienze lavorative accanto a Umberto Agnelli. E nelle scorse settimane, prima che Briatore affidasse a Gigi De Canio e a Franco Ceravolo, entrambi ex uomini Gea, rispettivamente la panchina e il ruolo di ds, Giraudo ha incontrato in un hotel milanese la coppia Capello-Baldini offrendo loro le redini del QPR.
Un tentativo di ripartire alla grande, ma anche una mossa sorprendente. Infatti, se con Capello la pace era già stata firmata, tanto che nonostante le ripicche del passato Don Fabio è poi arrivato alla Juve del post-Lippi, Baldini ha sempre rappresentato il nemico per antonomasia. Quello delle grandi battaglie sui diritti tv, dei dispetti sul mercato, degli attacchi al sistema Moggi, quello che ha cercato di combattere la santa alleanza Juve-Milan sapendo che era difficile farsi giustizia affrontando le truppe corazzate con scudi di latta e spade di cartone. E la sorpresa è stata grande per il manager che ha lavorato a Madrid. Una conferma che di fronte a un’ottima opportunità si possono seppellire anni di contrasti aspri.
Trattativa sofferta e abortita, ma anche la conferma che per Giraudo il nuovo terreno di conquista è Londra. Attorno a lui personaggi che sono risorti dalle ceneri di Calciopoli, fra gli altri Alessandro Moggi avvistato più volte nella capitale inglese. Giraudo non è stato scelto a caso da Briatore. Quando ereditò la Juve che era stata di Boniperti c’era molto da costruire e lo scudetto arrivò al primo tentativo. Al QPR l’impresa è certamente più difficile. Traslocare in Premier comporta investimenti importanti. Ma le idee non mancano, le sterline neppure. Oltre a Briatore, azionisti del club sono Ecclestone, il boss milionario della Formula Uno, e Alejandro Agag, nuovo rampollo della politica internazionale e noto come genero dell’ex premier spagnolo Josè Maria Aznar. Trentasei anni, Agag appoggia l’amico e socio Briatore nel calcio. In realtà ha altre mire, perché punta forte sul Circus dell’auto, tentando di schiodare Max Mosley dalla presidenza della Fia. Grandi Scalatori si nasce.

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