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 2007  novembre 10 Sabato calendario

1. Un allevatore negli spazi di Fieracavalli. 2. Una vettura turistica. Boom di carrozze: un solo espositore piemontese ne vende più di 300 all’anno

1. Un allevatore negli spazi di Fieracavalli. 2. Una vettura turistica. Boom di carrozze: un solo espositore piemontese ne vende più di 300 all’anno. 3. Un’area tematica. La kermesse veronese è nata nel marzo del 1898. 4. Bambini in visita alle scuderie. 5. C’è spazio anche per una biga romana.C’è quella nuova, che viene dalla Polonia, ha i freni a disco e i cuscinetti a sfera, così il cavallino fa meno fatica. E quella vecchia, quasi un pezzo d’epoca, che sa di legni e cinghie, roba da mettersi una tuba in testa e tener la frusta accanto. Insomma, il ritorno della carrozza, del cocchio e del cocchiere. Fatti due conti costa meno di una moto, e il cavallo non va a benzina. Ecologia e risparmio. La carrozza, in questa Fiera veronese che è il Bengodi di chi ama zoccoli e nitriti, sembra la prima novità. La seconda, più proletaria forse, più economica di certo, è il caro e bastonato ciuccio, l’asino, in clandestina lotta con il cane per il primato d’intelligenza a quattro zampe. Ragusano o dell’Amiata, magari pure imbastardito, sta rosicchiando amori tra chi frequenta quest’appuntamento di fanatici. Il cavallo è passione e divertimento, il ciuccio aggiunge l’utile. Mica per niente in Sicilia lo stanno utilizzando come spazzino, a Castelbuono di Agrigento hanno eliminato i furgoni e risparmiano. E allora venghino signori, entrare in Fiera, fotografare il frisone lucido e nero che scansa la coda e lascia a terra quel che di solito lasciano i cavalli. «Ooooh!», la scolaresca di Mantova si ferma incantata, la maestrina scatta una foto con il telefonino. «Oh bischeri, fate attenzione!», stanno passando i maremmani, cavalli ruspanti ed eleganti cavalieri in velluto. Enormi «porcheron», cavalli da tiro francesi, s’annunciano con battiti di zoccoli e incrociano il signor Bianchi in carrozza. Sono fortunati quelli della Fieracavalli, bel tempo fino a domani, l’ultimo giorno. E batteranno il record di visitatori, più di 150 mila da giovedì, complimenti. Quest’anno, per far capire quanto siano diventati grandi, non hanno nemmeno bisogno del nome di richiamo, che due anni fa era Varenne, l’ultima meraviglia del trotto, e l’anno scorso il radiofonico Marco Baldini, della scuderia Fiorello. Stavolta niente, solo il bravo e datato Mago Zurlì, giusto per intrattenere i più piccini. Tra gli undici padiglioni tira un’aria di griglia, maialini sardi, ciccioli e braciole, vini rossi del Piemonte e bianchi del Friuli, cinghiale della Toscana, insomma si mangia e si beve. Ma quando passa un cavallo, sia pure un Falabella, pony argentino grande come più di un pastore tedesco, i calici si fermano e occhi esperti scrutano: «Si vede che ha solo 17 vertebre e non 18 come tutti i cavalli...». Alle quattro del pomeriggio c’è la sfilata delle carrozze, e non mancano quelle tirate dai ciucci. Una stramberia, un vizietto da ricchi che giocano con la nostalgia? Mica tanto. Un solo espositore, che sta nel torinese, di carrozze ne vende 300 all’anno. Ne ha appena piazzate un paio al fotografo Oliviero Toscani, un’altra al filatelico Alberto Bolaffi, un’altra ancora a un signore di Carmagnola «che la vuole usare per andare a prendere l’aperitivo in piazza la domenica». Tremila euro e vai così. Un campanaccio e s’avanzano due tipi dimessi e stravaganti per finta e simpatici davvero. Trascinano due asini con il basto carico di volantini e recitano una specie di giaculatoria: «Venite, dal 6 all’8 giugno, al primo raduno mondiale degli asini». A Quattro Castella, provincia di Reggio Emilia. «Asino days 2008 is an international event», si legge in inglese, perché qui arrivano da tutto il mondo, Nuova Zelanda compresa. Ovvio che, per loro, il ciuccio sia molto meglio del cavallo. In Fiera, per il quadrupede, c’è proprio tutto. Anche l’ambulanza inventata a San Marino, la «Horse Hergency» dotata di computer e un complicato gioco di carrucole e cinghie per sistemare lo sventurato, come un cristiano in barella. C’è di tutto, pure le caramelle alla melaverde, al mandarino, alla carota e all’eucalipto se ha problemi alla gola: per un chilo, 49 centesimi. O lo spazzolone da dentoni, la copertona termica o, per gli insonni e irrequieti, i cd con i rumori del bosco e del fiume. Asini e carrozze. Però, e lo si nota dall’affollamento degli stand, continua il galoppo di chi organizza turismo e vacanze a cavallo. Ogni anno un 10% in più. E siccome proprio non è vero che cavalcare costi più di un altro sport ecco il presidente della Federazione del Piemonte. Un riccone? «Faccio l’operaio alla Fiat, monto i diffusori d’aria della 500», si presenta. Ricciolino, 43 anni, Enzo Mazzola governa i 1.500 cavalieri del Piemonte. «Il più giovane ha 5 anni, il più vecchio è del 1920», dice. Passeggiate la domenica e sempre più iscritti, «perché il cavallo ti obbliga a staccare la spina e occuparti di lui, non è una moto che va da sola. E a cavallo ti puoi godere il paesaggio. A piedi sei stanco, in moto corri. A cavallo pensi solo al cavallo e ti puoi guardare attorno. E poi se lo possono permettere tutti». Attorno gli trottano i poliziotti con gli stivali («E’ vero, rispetto ai miei colleghi, grazie al cavallo, siamo visti con occhio diverso», dice il vicequestore Leopoldo Testa, che dirige i 170 «agenti» con la criniera), le carrozze polacche, i gentleman inglesi con la coppola di Lock e i contadini della Bassa con il tabarro. Tutti assieme, appassionatamente. E, almeno qui, tutti uguali. Mantello grigio uniforme, zampe zebrate e caratteristica croce scapolare: agile e infaticabile, l’asino dell’Amiata (probabilmente l’unica razza italiana discendente dell’asino africano) ha rischiato l’estinzione, ma negli ultimi tempi sta tornando protagonista. Oggi alla Fieracavalli la Cooperativa Alta Valle Sturla e l’associazione di volontariato Cast di San Desiderio (Genova) si dedicano alla creazione di uno speciale basto destinato a questo asino, che così potrà essere utilizzato dagli scout per trasportare il materiale per bivacchi e campi, dalle tende al pentolame vario. Un aiuto prezioso per risparmiare fiato mentre ci si immerge nella natura. Stampa Articolo