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 2007  novembre 10 Sabato calendario

I Lothar di Walter. O meglio: gli anti-Lothar. A differenza di ciò che accade con D’Alema, non ci sarà forse mai un veltroniano così veltroniano da poter dire «che cosa pensa veramente Walter», e però

I Lothar di Walter. O meglio: gli anti-Lothar. A differenza di ciò che accade con D’Alema, non ci sarà forse mai un veltroniano così veltroniano da poter dire «che cosa pensa veramente Walter», e però. Probabilmente quello che più s’avvicina all’osmosi con W.V. è Goffredo Bettini, neo «coordinatore della fase Costituente del Pd». Un incarico che inizialmente doveva essere diverso, «coordinatore delle segreterie regionali» ma adesso rischia di diventare ancora più vasto. La dizione «segretari regionali» è stata tolta perché irritava troppa gente, dai segretari regionali ai fedelissimi di Franceschini, il risultato è che Goffrie coordinerà qualcosa di molto più impalpabile, «la fase costituente del Pd», assurgendo a un ruolo ancora più difficile da delimitare. Incontri e leggendarie cene di nel suo piccolo appartamento in viale Parioli sono ormai quelle di un leader, non romano. Goffredo telefona tantissimo con Fioroni; è tornato in ottimi rapporti con Rutelli (dopo una lite rumorosa quando Francesco fu fatto ministro dei Beni culturali al posto suo) e Gentiloni. Sente Latorre, molto. Fassino. E, attenzione, nell’ultimo mese si è visto (almeno) due volte a cena con Giuliano Ferrara, serate in cui i due hanno riso tantissimo, mangiato non meno, constatato grande sintonia (per esempio l’idea del boicottaggio alla Cina), anche se ovviamente Goffredo non può spingersi a sposare tout court il «partito senza tessere». Ha dei nemici noti, Bettini: anche ieri i franceschiniani sottolineavano che Walter gli avesse fatto notare scherzosamente il ritardo con cui s’è presentato. Bettini però aveva la giustificazione firmata: era al Senato a sostenere il governo. Episodio da nulla, ovviamente, ma rivelatore delle frecciatine varie (e non solo) da cui a partire da oggi il «coordinatore» si dovrà guardare. Walter Verini, l’uomo ombra di Veltroni, rimarrà al Campidoglio - il che non è un problema, anche fisicamente è a due passi dal loft - assieme a Claudio Novelli, il ghost writer veltroniano, ma anche quello che gli compila tutti i dossier. Roberto Benini, il portavoce, continuerà il lavoro dagli uffici del sindaco, ma senza andargli dietro al Pd. Così gli «uomini del loft» sono stati duplicati, con un certo bilancino: nuovo portavoce Roberto Roscani, un fedelissimo di Veltroni: si conoscono da trent’anni (il criterio jovanottiano «mi fido di te» ispira la composizione di questa «tribù»). Roscani - grande passione per cibi e vini, che ieri è stata il primo collante tra gente che a volte non si conosceva - fu quello che all’Unità, il giornale nel quale ha lavorato fino a ieri, unificò le pagine di cultura e spettacoli, allora guidate da Fernando Adornato, con Alfredo Reichlin direttore. Chiamò a far scrivere al giornale gente come Cacciari o Mazzino Montinari, quindi sa mischiare le carte, ma ha un solido pedigree nella storia post-Pci: è stato anche vice direttore di Rinascita nella gestione Asor Rosa. Piero Martino, il capo ufficio stampa, era invece il portavoce di Franco Marini al Partito Popolare. Il nuovo tesoriere, Mauro Agostini, è uno che in queste ore non fa che ripetere, con accento umbro, «oh, qui n’ ci sono soldi», tanto per mettere le mani avanti. Vinicio Peluffo, nuovo capo della segreteria di W.V., è un ex assessore, sa di amministrazione, è uomo pratico, non da voli pindarici. Come pratico sembra Alberto Losacco, il «direttore della struttura centrale del Pd», cioè il loft ma non solo. Losacco è un prodiano dal ”96, era sul pullman, e nell’ultima cabina di regia con Morri e Burchiellaro. Ha il brevetto di paracadutista, e gli servirà, perché deve paracadutare tutta la struttura del nuovo partito nella nuova sede. Oltre al loft ci saranno entro fine mese altri 500 metri quadrati con ingresso in via dei Cerchi, e altri locali - per un totale di analoga dimensione - si stanno liberando. Perché il loft sarà pure bello, ma quanto spazio serve, per far sedere tutto il Pd; per ora si continueranno a usare le sedi di partito. «Magari - dice Losacco - a parti invertite: a quelli che venivano dei Ds troveremo posto nella sede della ex Margherita, e viceversa». I (vari) loft dei destini incrociati.