Paola Pica, Corriere della Sera 10/11/2007, 10 novembre 2007
MILANO
Nasce con il mercato avverso il terzo polo bancario italiano. La Borsa ha punito con una giornata nera il Montepaschi, la banca di Giuseppe Mussari che offre una cifra ritenuta troppo alta, 9 miliardi, per riportare Antonveneta sotto le insegne tricolore. Ma la seduta non è stata meno turbolenta tanto a Milano quanto in Europa dove i listini, ancora zavorrati dalla crisi del credito facile e dall’allarme sui conti delle stesse banche, hanno polverizzato 137 miliardi di capitalizzazione, mentre a Wall Street la bufera subprime ha depresso l’indice Dow Jones dell’1,69%.
In Piazza Affari poco hanno potuto gli elogi strappati da Mussi sulle nozze tra Padova e Siena. Tra le altre sono piovute le dichiarazioni di incoraggiamento del presidente del Consiglio Romano Prodi al quale l’operazione ha fatto «un’impressione positiva», di Alessandro Profumo di Unicredit e di Giuseppe Guzzetti della Cariplo. Anche gli alleati francesi di Axa hanno offerto a Mussari il pieno sostegno, salutando la crescita della rete distributiva, salendo sopra il 2% del capitale di Rocca Salimbeni. Ma la Borsa ha tirato dritto e il verdetto in chiusura è stato pesante: titoli giù del 10,5% a 3,73 euro, un miliardo di capitalizzazione evaporata, scambi record per il 6% del capitale.
Nelle sale operative quei 9 miliardi per l’ex popolare sulla quale si è spenta la parabola Fiorani e poi si sono succeduti gli olandesi di Abn e poi gli spagnoli del Santander sono stati giudicati «astronomici », anche in considerazione del fatto che il gioiello di famiglia, Interbanca, prima banca d’affari del Nord Est, resta per ora nell’orbita del gruppo iberico. Quest’ultimo, solo pochi mesi fa, aveva valutato la stessa Antonveneta, Interbanca inclusa, 6,6 miliardi. «Una bella operazione» si è congratulato personalmente Profumo incrociando Mussari in Piazza Affari, alla fine di un’ennesima giornata da dimenticare anche per la sua Unicredit. La banca italo-tedesca è finita da tempo nel mirino della speculazione e ieri è tornata alla carica in grande stile facendo di Unicredit (-2,6%) l’altra protagonista della seduta milanese e uno dei primi temi in Europa. La replica di Piazza Cordusio è stata affidata a un comunicato diffuso su richiesta della Consob: Unicredit «smentisce categoricamente», tra le altre, le voci di «presunte attività di collocamento sui titoli Fiat», da parte sua in calo del 4,93%, e fa poi il punto su quell’attesa di forti svalutazioni in bilancio, attesa che non sta risparmiando nessun gruppo internazionale e operazione che qualcuno si vedrà costretto a fare. Non Barclays (-2,4%) che ha smentito e non Unicredit per la quale le indiscrezioni sono «prive di fondamento». Dal consiglio di amministrazione di martedì prossimo «non ci saranno sorprese» si assicura in Piazza Cordusio, mentre la nota, ribadendo la «solidità patrimoniale », dice che non sono in arrivo «ingenti svalutazioni » né «conseguenti operazioni sul capitale». Quanto ai derivati, uno dei vice di Profumo, Sergio Ermotti, si detto «fiducioso» in un’intervista alla Dow Jones sulla verifica in corso da parte della Banca d’Italia. Via Nazionale, ha ammesso, «sta analizzando il collocamento dei derivati anche verso entità pubbliche», come gli enti locali. In Borsa la superbanca conserva più di un vantaggio sui suoi diretti concorrenti e tutto sommato, negli ultimi tre mesi, il calo del 17,8% di Unicredit che capitalizza ancora 70 miliardi è stato inferiore a Société Générale (-22,6% con una capitalizzazione crollata a 48 miliardi) o Rbs (-30%, 59,7 miliardi).
Il recupero di fiducia in Borsa è il primo impegno di Mussari che dopo il tonfo di ieri visiterà tra lunedì e mercoledì gli investitori a Londra, Parigi e Francoforte per spiegare l’operazione Mps-Antonveneta.