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 2007  novembre 10 Sabato calendario

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

WASHINGTON – Nell’arco di un mese, in modo del tutto involontario, Anita Esterday è riuscita a fare una cosa e il suo contrario. La cameriera di Maid-Rite, il fast-food del-l’Iowa che Hillary Clinton visitò l’8 ottobre scorso, ha prima fornito alla candidata democratica la sua straordinaria storia personale, triste e simbolica, di madre single con due figli senza assicurazione medica e tre lavori per sbarcare il lunario, subito diventata parte dello stump speech, il discorso elettorale della Clinton. Trenta giorni dopo, Anita ha regalato agli avversari un argomento per attaccarla.
Per una mancia Hillary rischia la nomination? Non siamo a questo punto. Ma l’episodio segnala quanto sia precaria e vulnerabile la posizione di ogni aspirante alla presidenza, fosse anche il più forte, nell’era di Internet, dove ogni episodio, anche il più banale e in apparenza trascurabile, può diventare una sensazione, discussa da migliaia di blogger, dalle conseguenze imprevedibili.
E veniamo al fatto. C’era anche chi scrive, quel giorno, al Maid-Rite, antesignano del McDonald’s per via di quel panino con la carne tritata (sciolta e non a polpetta, quindi più gradevole) che è la gloria dell’Iowa. Hillary era entrata, si era seduta e, dopo aver chiesto il sandwich (senza cipolle e con i sottaceti), si era messa a chiacchierare con Anita, che aveva preso l’ordine. Intervistata giovedì dall’emittente pubblica
National Public Radio (Npr), la signora Esterday, ormai celebrità nazionale, si è lamentata che quel giorno la senatrice democratica non avesse lasciato alcuna mancia per lei e il personale.
Mandata in onda verso le 5 del pomeriggio, in pochi minuti l’intervista ha scatenato il finimondo, con i siti conservatori, il temibile Drudge Report in testa, velocissimi a martellare la Clinton, tacciata di avarizia ma anche di maleducazione e insensibilità, la mancia nei ristoranti essendo parte del costume nazionale negli Usa, anche perché è quasi sempre componente vitale del salario dei dipendenti.
Ma la campagna di Hillary è subito intervenuta per raccontare la sua versione della storia. «L’8 ottobre abbiamo speso 157,46 dollari al Maid-Rite e abbiamo lasciato una mancia di 100 dollari: avreste fatto bene a verificare prima di pubblicare l’intervista», ha scritto alla
Npr il portavoce, Phil Singer, allegando anche le fotocopie del conto e della ricevuta della carta Visa con cui è stato regolato. La mancia sarebbe stata data in contanti.
Raggiunto al telefono, il manager del ristorante, Brad Crawford, quel giorno assente, ha confermato il pagamento ed ha aggiunto che qualche dipendente ricevette una mancia da persone che sembravano far parte dello staff della Clinton. Ma ha detto di non sapere se venne data per essere distribuita tra gli altri colleghi o a titolo personale.
Anita Esterday insiste che lei non ha avuto alcuna ricompensa: «Perché avrei dovuto mentire su una mancia?», è stata la sua reazione. E ha rivelato che giovedì sera, quando la polemica già infuriava, una persona dello staff di Clinton ha visitato il ristorante e le ha parlato, spiegando che i 100 dollari lasciati avrebbero dovuto essere divisi. «Non è andata così, perché io non ho avuto nulla», ha risposto Anita, precisando di considerare improbabile che qualcuno abbia tenuto la mancia per sé: «Conosco le altre dipendenti da anni e non posso neppure immaginarlo».
«Ma il biglietto da 100 dollari lo abbiamo lasciato», ha insistito l’uomo, che comunque ha dato alla Esterday 20 dollari. La guerra della mancia è destinata sicuramente a continuare. Ma per mettersi al riparo da future sorprese, la campagna di Hillary Clinton ha subito creato un nuovo sito,
Fact Hub, il cui unico scopo è di reagire in tempo reale, contestando ogni notizia e articolo falsi o esagerati.
Paolo Valentino