Hugo Dixon, la Repubblica 9/11/2007, 9 novembre 2007
Nel suo intervento dinanzi al Congresso Nicolas Sarkozy ha ammonito gli americani sul rischio di una «guerra economica» indotta dalla flessione del dollaro
Nel suo intervento dinanzi al Congresso Nicolas Sarkozy ha ammonito gli americani sul rischio di una «guerra economica» indotta dalla flessione del dollaro. Un ammonimento che, unitamente al calo della valuta, segna l´inizio di una nuova era: il periodo post-Usa. Atteso da decenni, il dominio planetario degli Usa sembra alla fine volgere al termine, dopo che l´autorità militare e politica della nazione ha risentito dei fallimenti in Iraq e dopo che anni di deficit commerciali e sottoinvestimenti nelle infrastrutture ne hanno minato il vigore economico. A contrastare gli Usa ci sono anche rivali credibili, come l´Europa, la cui moneta nel mercato valutario rappresenta una zona economica maggiore rispetto al dollaro, e i paesi in via di sviluppo, come Cina e India. I paesi poveri rappresentano oltre il 50% del pil mondiale e il 75% della crescita mondiale dal 2005, con la differenza che il pil pro capite è un sesto di quello Usa. Va, però, detto che ciascuna delle potenze emergenti ha i propri profondi difetti strutturali, a partire dall´alquanto sibillino mandato della Ue, alla bancarotta ideologica del governo cinese. Il monito del presidente francese evidenzia un altro problema: la difficoltà nel calare il sipario sul dollaro in quanto protagonista della scena finanziaria mondiale. Gli Usa continuano a contrarre prestiti massicci con le controparti estere nella propria valuta, rendendo di fatto il dollaro un «problema degli altri», come avrebbe detto un ex segretario del Tesoro. Difficile credere che la superpotenza Usa sia disposta a fare molto per contribuire alla soluzione del problema. Edward Hadas (Traduzioni a cura di MTC)