S.Ta., Corriere della Sera 9/11/2007, 9 novembre 2007
ROMA – E
alla fine Antonveneta, la banca che nell’estate del 2005 è stata al centro della scalata di Gianpiero Fiorani, è approdata in mani italiane. L’ha conquistata con un’operazione blitz il Monte dei paschi di Siena, la banca forse più italiana di tutte visto che a controllarla saldamente è una Fondazione di cui sono soci di riferimento il Comune e la provincia della città del Palio. La banca presieduta da Giuseppe Mussari l’ha comprata per 9 miliardi di euro dal Santander che era arrivato al controllo dell’istituto padovano grazie all’Opa lanciata sull’Abn Amro assieme alla Royal Bank of Scotland e Fortis. A fine 2005 il gruppo olandese dopo il naufragio dei tentativi della Lodi di Fiorani si era aggiudicato Antonveneta al prezzo di 7,3 miliardi di euro.
Con l’acquisto dell’istituto padovano, al netto di Interbanca che resterà in mani spagnole, Mps diventa il terzo polo italiano dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo: la rete distributiva, segnala una nota della banca senese, passerà da 2 a 3 mila sportelli mentre la quota di mercato salirà dal 6 al 9% con un «rafforzamento significativo » al Nord. Le sinergie lorde, inoltre, vengono stimate in 360 milioni di euro, di cui 220 milioni di risparmi di costi. Mps (che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto in progresso del 4,2%, a 718,1 milioni di euro e un risultato operativo aumentato dell’11%) prevede di finanziare l’operazione per il 50%, pari a circa 4,5 miliardi, con un aumento di capitale, per il 20-25% con la cessione di asset non strategici» e per la restante parte attingendo alla liquidità disponibile (circa 2 miliardi di euro) e a prestiti subordinati. L’aumento di capitale «sarà aperto a tutti i soci » ha detto ieri Mussari mentre la Fondazione che controlla la banca ha fatto sapere che parteciperà all’operazione ma senza diluire in modo sostanziale la sua partecipazione. «Antonveneta rappresenta un’occasione importante per complementarietà territoriale, simile cultura nel retail, linearità della governance e dimensione», rileva una nota di Rocca Salimbeni. I negoziati per l’acquisto della banca padovana si sarebbero svolti nelle ultime due settimane facendo prevalere l’offerta di Siena rispetto a quella che sarebbe stata presentata dai francesi di Bnp Paribas. Un’operazione lampo, dunque, che toglie Mps dall’isolamento in cui si era trovata dopo la fusione tra Unicredit e Capitalia. La banca senese, infatti,era rimasta fuori dai giochi del risiko, dopo essersi tirata indietro dalla corsa all’acquisto della Bnl poi finita sotto il controllo di Paribas.
Il prezzo pagato per Antonveneta «non è alto e noi riteniamo che la banca padovana possa produrre 700 milioni di utile netto», ha aggiunto Mussari che ha annunciato la nomina come advisor di Mediobanca e di Merrill Lynch ringraziando il Santander (assistito da Rothschild) e il suo presidente Emilio Botin per essere stata «una controparte dura ma affidabile». A sua volta Botin rivela che l’offerta di 9 miliardi di Mps, è «significativamente superiore » ai 6,6 miliardi di valutazione della banca nell’ambito dell’offerta su Abn Amro.