Gabriele Dossena, Corriere della Sera 9/11/2007, 9 novembre 2007
TIRANA
L’Albania punta sul nucleare. E con un obiettivo ambizioso: «Diventare una piccola superpotenza energetica dell’intera regione dei Balcani », parola di Sali Berisha, il premier da due anni alla guida della nuova maggioranza che governa il Paese delle Aquile.
Risolvere il problema del forte deficit energetico alimentato dalla mancanza di risorse («l’unica fonte interna è l’energia idroelettrica, che però viene sfruttata solo al 35% della potenzialità », sottolinea Genc Ruli, ministro dell’Economia e dell’Energia) accentuato da un costante aumento dei consumi (cresciuti quest’anno del 12,6%), così come l’avvio di una serie di riforme capaci di attirare investimenti stranieri (la riforma fiscale varata quest’anno ha ridotto dal 25% al 10% le imposte sui profitti delle imprese), sono le nuove sfide su cui si sta misurando il governo di Tirana.
«Da due anni ci siamo orientati sulla costruzione di una centrale nucleare - spiega Berisha - . E proprio ieri abbiamo avuto un incontro con i tecnici del colosso Usa Westinghouse, per cominciare a ragionare e a lavorare sulla costruzione di un nuovo impianto. Entro fine anno il parlamento dovrebbe deliberare una legge sul nucleare, poi chiederemo la consulenza all’Agenzia atomica di Vienna, di cui tra l’altro siamo membri, in modo da definire tutti i necessari protocolli di sicurezza. E avvieremo anche negoziati con i Paesi vicini, Macedonia, Kosovo e Montenegro ».
Ma non è solo il fronte nucleare a impegnare i progetti di Tirana. «Il prezzo più alto dell’energia è la mancanza dell’energia stessa», ripete insistentemente il premier albanese. E così è atteso nel giro di poche settimane il nuovo Piano energetico nazionale che prevede investimenti nell’ordine di 3 miliardi di euro («a questo programma sta lavorando anche l’Enel, dopo averne parlato dieci giorni fa direttamente con l’amministratore delegato Fulvio Conti»): tanto per cominciare entro il 2008 il traguardo anticipato da Berisha è raggiungere i 300 megawatt di produzione, a cui poi si affiancherà il potenziamento e l’installazione di nuove centrali termiche, idroelettriche, eoliche.
Al forum economico organizzato da Italbania (organizzazione per l’interscambio e la cooperazione tra Italia e Albania) e alla vigilia della visita del presidente del consiglio italiano Romano Prodi in calendario il prossimo 3 dicembre, è il tema dello sviluppo e degli investimenti esteri a tenere banco: non solo energia, ma anche infrastrutture e turismo, prima di tutto il resto. In un contesto di integrazione («con l’Unione europea e soprattutto con la Nato»). E con l’Italia, primo partner in assoluto.