Note: [1] Gianni Perrelli, Lཿespresso 28/7/2005; [2] Alessandro Oppes, la Repubblica 8/2; Gian Antonio Orighi, La Stampa 8/2; Mino Vignolo, Corriere della Sera 8/2; [3] Giovanni Longoni, Libero 8/2; [4] Corriere della sera 10/2; [5] lཿUnità 8/2; [6] Mino , 28 luglio 2005
Erika è nata ad Oviedo nell’aprile del 1975. Figlia dell’infermiera (e sindacalista) Paloma Rocasolano e del giornalista Jesús Ortiz (ex direttore dell’emittente televisiva Antena 3), ha due sorelle maggiori: Telma, nata nel ”73, e Letizia, del ”72
Erika è nata ad Oviedo nell’aprile del 1975. Figlia dell’infermiera (e sindacalista) Paloma Rocasolano e del giornalista Jesús Ortiz (ex direttore dell’emittente televisiva Antena 3), ha due sorelle maggiori: Telma, nata nel ”73, e Letizia, del ”72. Dall’87 la famiglia vive a Madrid, nel 1999 i genitori si sono separati, nel 2002 il divorzio. [1] Erika s’è diplomata all’Accademia delle Belle Arti. Innamoratasi di un Antonio Vigo scultore sconosciuto e piuttosto squattrinato, sei anni fa ne ha avuto la figlia Carla. Impiegata in una ditta di marketing, vive con la famiglia in casa della madre, nel popolarissimo quartiere di Moratalaz, e a malapena sbarca il lunario. Le sorelle hanno avuto più fortuna: Telma, economista, è volontaria di una Ong umanitaria nelle Filippine. [2] Letizia ha seguito le orme del padre, è diventata speaker del tg della tv di Stato TVE e nel 98 ha sposato Alonso Guerrero, insegnante di lettere (e scrittore fallito) di dieci anni più grande conosciuto sui banchi del liceo. Dopo un anno, però, gli ha dato il benservito, ed il 22 maggio 2004 ha sposato in seconde nozze nientepopodimenoche Filippo di Borbone, Principe delle Asturie ed erede al trono di Spagna. [1] Il matrimonio di Letizia ha portato fortuna anche a Erika, assunta nella sede spagnola della case editrice italiana Franco Maria Ricci per lavorare ad una rivista d’arte. Purtroppo è andata male: un giorno s’è licenziata (ufficialmente «per stress») e col marito è andata a cercar fortuna nella Asturie. Donna semplice e triste, timida e introversa, Erika non s’è abituata al ruolo, non cercato, di protagonista della prensa del corazón, la stampa pettegola che fa furore in Spagna. Patisce la curiosità dei paparazzi che dal momento in cui è stato annunciato il fidanzamento di Letizia con l’erede al trono seguono passo passo tutti i membri della sua famiglia. Nemica della fama, dinanzi a fotografi e telecamere sorride a fatica. Alla fine s’è stufata anche del marito, tanto che un anno fa hanno divorziato. Adesso lavora come disegnatrice grafica e scenografa nella compagnia di produzione televisiva Globomedia (altro impiego trovato dall’illustre sorella). Ha una storia con un cameramen, Roberto García. [2] Venerdì 2 febbraio Erika chiede ai superiori un paio di giorni di permesso, per stare a casa e riposarsi. Quando, il mercoledì successivo, non la vedono arrivare, si preoccupano. Provano a telefonarle: nessuna risposta. Dal 2004 Erika vive nell’appartamentino di Valdebernardo lasciato libero tre anni fa dalla sorella. lì che García va a cercarla, all’ora di pranzo, per vedere cos’è successo, è lì che la trova morta, secondo il Pais accanto ad una scatola di barbiturici vuota. Disperato, chiama la polizia, ma invece degli uomini del Samur, il servizio di emergenza sanitaria, vede arrivare gli agenti della scientifica che subito fanno portare il cadavere all’Istituto Anatomico Forense per l’autopsia di rito. [3] Risultato: overdose di tranquillanti. [4] Letizia ha saputo della morte della sorella mentre stava col marito nel palazzo reale. Juan Carlos, che era in Germania, è subito rientrato in patria. Lo stesso ha fatto la regina Sofia, che si trovava in Indonesia e appena saputo della tragedia è scoppiata in lacrime singhiozzando «Che pena! che pena!» («que lastima! que lastima!»). Ce n’è voluto perché i media osassero pronunciare la parola da subito sulla bocca di tutti: suicidio. I primi a trovare il coraggio sono stati quelli del programma rosa ”Aquí hay tomate”. [2] Che soffrisse di depressione, era cosa nota. Il giornale online El Confidencial ha scritto che era in cura da uno psichiatra. [5] Intervistata dal programma tv ”Las mañanas de Cuatro”, l’amica Marile Zaera ha detto che non aveva nessuna malattia, ma soffriva ancora molto per la separazione da Vigo. [3] Il matrimonio del principe Felipe con Letizia (approvato dall’80 per cento degli spagnoli) doveva rinverdire la popolarità della monarchia spagnola. L’incorporazione di una cittadina non aristocratica e divorziata nella Famiglia Reale, si diceva, era l’occasione per una spolverata di modernizzazione. I media avevano subito preso a parlare di ”fattore Letizia”, intendendolo come un passo avanti verso l’adeguamento dell’istituzione ai tempi. Il 31 ottobre 2005 era arrivata la prima figlia, Leonor, una seconda nascerà tra tre mesi. [6] Letizia, la disinibita ”plebeya”, in pochi anni si è trasformata in un’impeccabile aristocratica. Per liberarsi dai panni di Cenerentola, è stata costretta a imparare con dedizione ossessiva gli inflessibili protocolli della Zarzuela: trovarsi sempre alla destra del consorte; comunicare alla sicurezza ogni spostamento fuori dai palazzi reali; non indossare bikini (o altri indumenti compromettenti); non fumare in pubblico; non farsi fotografare mentre mangia (o anche soltanto con un bicchiere in mano); svegliarsi sempre alle sette e mezza del mattino ecc. [1] Ogni mattina alle nove i principi lasciano la loro residenza e raggiungono la Zarzuela (due minuti a piedi) dove ognuno ha a disposizione uno studio personale. Lì, Felipe impara il mestiere di re, Letizia si dedica alla rassegna stampa degli articoli che riguardano la casata. Tra i meno graditi, quelli di Jaime Penafiel, ”royal watcher” del ”Mundo” che non perde occasione per attaccarla e non s’impietosisce neanche adesso che è vittima di una così grande tragedia: «Non è una questione di simpatia o antipatia ma di princìpi. Improvvisamente ci è stato detto che non valeva più l’esempio della regina Sofia, di stirpe reale e grande professionista 24 ore al giorno, simbolo di dignità e di distinzione. Una regina nata da famiglia reale che possedeva la qualità indispensabile di non avere passato. Improvvisamente è stato detto agli spagnoli che una nipote di tassista poteva diventare regina di Spagna. Io non ho niente contro Letizia, semplicemente dico che il concetto di monarchia cambia radicalmente». [7]