Jacopo Iacoboni, La Stampa 5/10/2006, pagina 5., 5 ottobre 2006
Tremonti, Padoa Schioppa, "Aristotile" e le scivolate metafisiche. La Stampa, giovedì 5 ottobre Ahi, la metafisica
Tremonti, Padoa Schioppa, "Aristotile" e le scivolate metafisiche. La Stampa, giovedì 5 ottobre Ahi, la metafisica. Ci va a sbattere il muso persino l’arida ma verificabile contesa sui numeri della finanziaria. Chi ha ragione, chi torto, tra Giulio Tremonti e Tommaso Padoa Schioppa? Tremonti, Padoa Schioppa, "Aristotile" e le scivolate metafisiche. La Stampa, giovedì 5 ottobre I fatti sono contorti, ma spiegabili: l’ex ministro dell’economia del governo Berlusconi ieri ha criticato il suo successore ulivista sui conti, il che è normale. Lo ha fatto però tacciandolo di sostanziale ignoranza filosofica: «Se il dottor Padoa-Schioppa conosce il bilancio dello Stato con la stessa precisione con cui conosce la filosofia greca, c’è da chiedersi con quali mezzi esoterici ha fatto la sua carriera». Cosa c’entra la filosofia greca con un ministro economico, e perché Giulio se la prende con Tommaso? Tremonti nei giorni scorsi aveva obiettato alla manovra dell’Unione che «anche venti miliardi sono una cifra metafisica, ed è un esercizio complesso trovarli quando vai sul concreto e devi intervenire su pensioni e sanità». Tps gli aveva risposto che «la metafisica, come insegnava Aristotele, è la più reale delle scienze». Ecco il punto. Con certa pignoleria, Tremonti lo ha bacchettato ricordando che «Aristotile» (citato snobisticamente con la «i» al posto della «e») «non ha mai insegnato la metafisica. Neppure ha usato la parola metafisica. Metafisica è infatti un’espressione posteriore. Usata - come dice il nome stesso - per indicare i libri ”dopo quelli della fisica”». E in effetti è così; salvo poi che, pignoleria per pignoleria, si potrebbe osservare a Tremonti che il suo riferimento ai tempi «posteriori» in cui è nato il termine è un po’ così, e potrebbe a sua volta essere pignoleggiato: Metafisica non è espressione genericamente «posteriore», ma è dizione ricavata da uno (e forse più) interpreti aristotelici del I secolo a.C., innanzitutto Andronico da Rodi, che ordinò il corpus dello Stagirita. Venne chiamato «Metafisica» - cioè, letteralmente, «ta metà ta fisikà», ciò che sta «dopo» e «oltre» i libri della «Fisica» - il corpo aristotelico che parla della «scienza dell’essere in quanto essere». E però il riferimento a una «metafisica» aristotelica - e a un insegnamento, sia pure metaforicamente inteso - è a tal punto entrato nel linguaggio anche specialistico che eminenti filosofi lo utilizzano, e non proprio gente che non abbia letto Aristotele. Mentre invece è del tutto errata - filosoficamente - l’idea che «metafisica» sia sinonimo di astrazione: se è vero, come risulta, che i concetti di astratto e concreto (capovolti rispetto al senso comune) siano propri della tradizione filosofica post-hegeliana, non del pensiero greco. Cosa se ne deduce? Che quanto a libri, citazioni, cultura digerita e non solo sfoggiata, e peggio che mai filosofia, sbagliano tutti. Compreso Tremonti; il quale ama la filosofia al punto di scottarsene, se una volta (era l’agosto ”94) da ministro delle Finanzie a Cortina fu sentito dire di sé: «Io so di non sapere», e passi; salvo aggiungere, oddio: «Come disse Kant». Jacopo Iacoboni