Varie, 5 ottobre 2006
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Ackerman Peter
• New York (Stati Uniti) 6 novembre 1946. Finanziere • «[…] l’apostolo americano dei cambiamenti di regime […] il padre fondatore dell’Icnc, l’International center on non violent conflict o Centro internazionale sul conflitto non violento. Dal 2000, quando Otpor, l’associazione studentesca serba, abbatté Slobodan Milosevic senza versare sangue, Ackerman cerca di porre fine alle tirannie sulla base di un principio quasi elementare: la unanime sottrazione del consenso al despota, la rivoluzione virtuale. Lo fa tramite finanziamenti alla opposizione, ma anche seminari, film, libri, audio e ora videogames. Sostiene che è un metodo molto più efficace del ricorso alle armi del presidente Bush. Il suo modello è Gandhi, non Lenin: “Monopolizzare la violenza — afferma — è votarsi alla sconfitta”. Inizialmente, l’amministrazione Bush diffidò dei metodi di Ackerman. Ma si ricredette alla rivoluzione delle rose in Georgia nel 2003. Nei mesi precedenti la deposizione di Eduard Shevardnadze, la tv Rustavi 2 di Tbilisi trasmise ogni sabato un film di Ackerman, Deporre un dittatore, un resoconto dettagliato della lotta a Milosevic, e una tavola rotonda dell’opposizione. Nella fase finale della rivolta, il film comparve quotidianamente sugli schermi: i georgiani appresero come comportarsi, e attribuirono anche a esso il proprio successo. La rivoluzione delle rose ispirò quelle successive in Ucraina e nel Kirghizistan e in misura minore in Libano. Oggi, il Dipartimento di Stato, sfibrato dalle guerre dell’Afghanistan e dell’Iraq, indirizza a Peter Ackerman numerosi movimenti insurrezionali mediorientali e asiatici. A sua insaputa, ha persino distribuito i suoi libri e film ai dissidenti cubani: una mossa sbagliata, Fidel Castro li ha arrestati. La storia di Peter Ackerman, un ricco finanziere che investe in nuove aziende — l’ultima è la Fresh direct , una ditta importatrice d’olio umbro — è singolare. All’università nel ’68 fece da autista a Stokley Carmichael, il leader delle pantere nere, e più tardi diresse la Federazione degli studenti democratici. Il suo maestro fu Gene Sharp della Harvard university, un teorico della non violenza, e la sua passione fu la religione. Michael Milken, il re dei “junk bonds” o titoli spazzatura, lo portò alla Drexel Burnham Lambert, una grande banca d’investimenti. Miracolosamente, Ackerman sopravvisse a uno dei massimi scandali a Wall Street, e si trasferì a Londra, all’International Institute for Strategic Studies. Lì pubblicò il suo primo libro, Il conflitto strategico non violento e trovò la sua missione. Ritornato negli Stati Uniti, si dedicò all’attuazione della propria dottrina. Tra i suoi tifosi, c’è Reza Pahlavi, che sogna di riprendere il trono degli scià» (Ennio Caretto, “Corriere della Sera” 25/5/2005).