La Stampa 03/10/2006, pag.17 Anna Sandri, 3 ottobre 2006
Da Guggenheim il mondo di Uccio, pittore a sei anni. La Stampa 3 ottobre 2006. Venezia. Si chiamava Pietro Tinelli ma per tutti era Uccio
Da Guggenheim il mondo di Uccio, pittore a sei anni. La Stampa 3 ottobre 2006. Venezia. Si chiamava Pietro Tinelli ma per tutti era Uccio. Aveva sei anni, è morto alla fine di agosto 2005 mentre con la famiglia era in vacanza a Jesolo Lido. Sul litorale passavano le Frecce Tricolori quando Uccio cadde in piscina: nessuno se ne accorse e il piccolo annegò. La sua eredità, l’unica possibile alla sua età, sono tante cartelle piene di disegni, realizzati a casa e alla scuola materna. Nelle mani di papà Stefano, architetto, e di mamma Sandra che lavora all’ufficio comunicazione di Fabrica, quei fogli colorati sono diventati il filo del legame col figlio perduto. Si espone a Venezia. Oggi i lavori di Pietro ottengono un riconoscimento internazionale. Un bambino e il suo mondo di colori e fantasia: da domani al 15 ottobre la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia presenta - con una scelta che conta ben pochi precedenti al mondo - i lavori di un bimbo di sei anni. E nelle stesse sale che hanno ospitato nei mesi scorsi la mostra "Lucio Fontana Venezia/New York", ora in via di allestimento al Solomon Guggenheim di Manhattan. nata così la mostra. S’intitola: "Ciao, io mi chiamo Pietro Tinelli ma se vuoi puoi chiamarmi Uccio. Vieni alla scoperta dei miei mondi". Lo scorso anno è stata presentata nello spazio espositivo di Santa Caterina, a Treviso dove il bambino viveva. Alcuni critici hanno espresso giudizi lusinghieri sui lavori, vedendo nel tratto e nell’accostamento audace e sicuro dei colori una promessa, per quanto acerba e purtroppo incompiuta. Da Mestre è partita la richiesta di un nuovo allestimento, in primavera Uccio esponeva alla galleria Bellofresco nella terraferma veneziana. I giudizi sempre più positivi sono arrivati fino alla Guggenheim, a Venezia: dopo aver visto i disegni e lo splendido allestimento realizzato dal padre, i responsabili della Collezione non hanno avuto dubbi e hanno invitato la famiglia Tinelli a esporre. "Ciao, io mi chiamo Pietro". Cinque le sale dedicate ai disegni di Uccio, nell’ala di recente restaurata e dedicata alle esposizioni temporanee. Nel giardino saranno appese agli alberi grandi sagome di legno colorato ricavate dai suoi lavori. Tra un foglio di carta originale e l’altro ci saranno anche i pezzi della sua breve vita, come i sassi raccolti sul fiume dove lo portava il papà. E ci saranno i diari delle mostre: i libri per le firme dei visitatori sono diventati, un allestimento dopo l’altro, struggenti testimonianze d’amore che fanno parte a pieno titolo del percorso espositivo. Alle pagine dei diari bambini e adulti hanno affidato i loro messaggi per Uccio, per il nuovo mondo dov’è adesso. Mettendo a nudo la propria anima, qualcuno gli chiede di portare un saluto a un genitore o a un figlio scomparso, altri di mandare un sorriso per aiutare a combattere un momento difficile. In occasione della mostra la Collezione ha organizzato una serie di laboratori per avvicinare i bambini all’arte: sarà il modo per presentare l’attività didattica del 2007. L’orgoglio di Peggy. Se potesse vedere tutto questo, Peggy Guggenheim non potrebbe che essere felice. Nell’ottobre del 1938 la grande collezionista americana organizzò nella sua galleria di Londra una mostra assolutamente stravagante, dedicata proprio ai disegni dei bambini. Tra i piccolissimi artisti c’era un certo Lucian Freud: a mandare i suoi lavori era stata la mamma e Peggy - riconoscendo nel tratto infantile il carattere di colui che diventerà uno dei più grandi pittori inglesi contemporanei - li aveva accolti ed esposti in grande evidenza. Anna Sandri