Varie, 4 ottobre 2006
Tags : George Smoot
Smoot George
• Yukon (Stati Uniti) 20 febbraio 1945. Astronomo. Premio Nobel 2006 per la Fisica (con John Mather). «[...] esploratori del cosmo primordiale [...] hanno dedicato 20 anni della loro vita a Cobe, il satellite che si è infilato nella faccia più antica dell’universo. Salendo sulle spalle di due potenze come la Nasa e l’università di Berkeley, i due scienziati americani con Cobe sono riusciti a misurare la ”radiazione cosmica di fondo”: ciò che resta della tremenda energia sprigionata durante il Big Bang. La limpidezza delle loro misurazioni (pubblicate a partire dal 1992) e il riconoscimento conferito dall’Accademia delle scienze di Stoccolma sanciscono una volta per tutte che la teoria della ”Grande Esplosione” oggi non ha rivali. Il Big Bang resta l’unico modello in grado di spiegare in modo scientifico la nascita dell’universo. L’esistenza della radiazione cosmica di fondo - luce emessa quando l’universo aveva 380mila anni e la sua temperatura raggiungeva i 3mila gradi - era stata teorizzata negli anni ”40. Ma i primi a notarla, in maniera piuttosto fastidiosa, erano stati nel 1964 Arno Penzias e Robert Wilson. La loro radio-antenna non riusciva a effettuare misurazioni senza essere disturbata da un rumore di fondo simile a quello di una Tv sintonizzata male. Diedero la colpa ai piccioni del loro osservatorio, ma neanche sterminandoli quasi tutti migliorarono la situazione. Molti studi più tardi, nel 1978, quel ronzio molesto valse loro il Nobel. Mather, Smoot e i circa mille collaboratori del progetto hanno iniziato a lavorare su Cobe nel 1974. Ma il satellite è riuscito a decollare solo nel 1989, superando la barriera dell’atmosfera per raccogliere la radiazione direttamente nello spazio. ”Fin da subito - spiega Paolo De Bernardis, che insegna astrofisica e cosmologia all’università romana della Sapienza e con il progetto Boomerang ha proseguito gli esperimenti dei due Nobel - le misurazioni di Mather furono talmente precise che mai a nessuno è venuto in mente di ripeterle per correggerle. A noi che rappresentiamo la generazione successiva di cosmologi spetta risolvere altri misteri: energia e materia oscure, proprietà ultime della materia, dettagli della teoria del Big Bang” [...] Quando [...] alle 2 e 45 è squillato il telefono a casa Smoot, lo scienziato ha pensato a uno scherzo. ”Come avete fatto a trovare il mio numero se non è nell’elenco?” ha chiesto per poi correre su Internet a verificare la notizia. Più tardi ha aggiunto: ”Finalmente i miei studenti staranno attenti a lezione”. Il neo-Nobel non smette di seguire la formazione dei giovani astrofisici. [...]» (Elena Dusi, ”la Repubblica” 4/10/2006).