Varie, 4 ottobre 2006
BALDINI
BALDINI Andrea Livorno 21 dicembre 1985. Schermidore. Campione del mondo di fioretto nel 2009 (ad Antalya), vicecampione nel 2006 (Torino) e 2007 (a San Pietroburgo). Escluso dalle Olimpiadi di Pechino per la positività a un diuretico, si è sempre dichiarato innocente (come poi ha dimostrato la Procura di Livorno e la Fie che ne ha accettato la linea difensiva) • «[...] ”La nonna mi vedeva sempre giocare con la spadina di plastica di Zorro, e allora decise di accompagnarmi a fare sul serio, avevo sei anni e mezzo [...]” [...] figlio di un militare in carriera, studente in scienze politiche (’Stavo a ingegneria, ma era troppo dura”), mancino [...] testa piena di riccioli, volto da bambino, livornese come Montano (’e tifosissimo di calcio: quando posso vado sempre allo stadio”) [...] ”[...] questo è uno sport di testa, non di muscoli, e lo dice uno che non è proprio un colosso”. Chi lo conosce da quand’era bambino lo ricorda infatti piccolo, quasi uno scricciolo, ma con un carattere di ferro e una mente sveltissima: è così che si compensa, e si diventa più bravi dei big jim. [...]» (Maurizio Crosetti, ”la Repubblica” 4/10/2006) • «[...] Un eroe da storiona hollywoodiana, se in California avessero un minima idea dell’esistenza della scherma olimpica. Ma basterebbe riadattare la sua storia a quella di un quarterback, di un pivot Nba in cerca di rivincite, per prenotare il biglietto in anticipo. L’uomo del complotto, dell’acqua minerale ”avvelenata” ad un passo dall’Olimpiade di Pechino che poteva essere sua [...] Un paio di giorni prima del checkin arrivò il verdetto, agghiacciante: positivo per le tracce di furosemide, un diuretico considerato come coprente di altre sostanze. Ma perché, doparsi per un torneo secondario? Ed anche le circostanze, i tempi di assunzione, niente convinceva Baldini ed il suo staff, il padre Enrico, colonnello della marina che parlava di ”caso Tortora dello sport”, l’avvocato Giulia Bongiorno, che alla federazione internazionale chiese se pensassero che il suo assistito fosse ”un kamikaze, un suicida o una vittima”. Andrea puntò il dito contro il compagno di squadra Cassarà, ”immagino che non stesse in pace con se stesso a Pechino”. Complotti, illazioni e colpi bassi sorprendenti anche per un mondo fumantino come quello della scherma, abituato a faide e rivalità che in fondo ne esaltano il sapore. Mesi oscuri, per il livornese, addolciti solamente dall’esilio parigino, insieme ad amici schermidori. Il film più visto? ”Hurricane” di Norman Jewison, ispirato alla vicenda del pugile Rubin Carter carcerato innocente. Dopo una battaglia legale durata qualche mese, prevale la tesi della ”negligenza”; non due anni di squalifica per doping, ma sei mesi ormai scontati. ”Una sentenza politica” la bolla Baldini, pronto a tornare in pedana non solo riabilitato, ma anche vincente. Subito campione agli Europei di Plovdiv, nella Coppa del mondo, poi arrivano i Mondiali di Antalya, e il livornese incrocia Cassarà nei quarti di finale, piazzandogli la stoccata che tramortisce sul 14 pari. Thriller che precede l’oro vinto in finale, e doppiato da quello nella gara a squadre, stavolta accanto a Cassarà, ignorato ma non al punto da rovinare il team in maniera autolesionista, tipo Francia di Domenech. E col furore di dimostrare al mondo il suo valore, ecco di slancio arrivare gli Europei di Lipsia con un nuovo oro [...]» (Mattia Chiusano, ”la Repubblica” 19/7/2010).