Maria Laura Rodotà, Corriere della Sera 28/9/2006, pagina 21, 28 settembre 2006
Le gaffes di Cherie sono per amore. Corriere della Sera, giovedì 28 settembre Ecco a voi Cherie Blair, moglie affezionata che mai scapperebbe col vicino
Le gaffes di Cherie sono per amore. Corriere della Sera, giovedì 28 settembre Ecco a voi Cherie Blair, moglie affezionata che mai scapperebbe col vicino. Ecco a voi l’avvocato che non è in politica perché fu trombata quando il marito venne eletto, la repubblicana che resisteva a fare l’inchino alla regina, la cattolica mamma di quattro figli, la seguace della New Age che portava a un guru le unghie tagliate del coniuge onde fare strani riti con un pendaglino, l’insicura parrucchieredipendente, la first lady arrogante che mette il parrucchiere in conto al Labour (7700 sterline), la conferenziera strapagata; e, gran finale ma non sarà questo il suo finale, la Sora Cecioni di Downing Street che si arrabbia durante il discorso da quasi- forse-neo-leader di Gordon Brown al congresso laburista, gli dà del bugiardo davanti a una cronista, fa scoppiare l’ira di Dio, litiga – pare – col marito, diventa «il problema Cherie» per l’ennesima volta, forse di più. Qualche Cherie-ologo da tempo sostiene soffra di MPD (disturbo della personalità multipla) o di DID (disturbo da identità dissociata). Di certo è una donna interessante. Il contrario del marito, si è capito alla fine (forse anche prima). L’uno-due del congresso di Manchester è indicativo. Cherie Booth fa le sue gaffes, dà del bugiardo Brown che parlava del «privilegio di lavorare con Tony», definisce il suo discorso «spazzatura», suggerisce di votare per Alan Johnson invece che per lui. Tony Blair la rigira alla grande nel suo discorso finale, ha iniziato ringraziando la moglie, «almeno non dovrò preoccuparmi che scappi col vicino della porta accanto» (a Downing Street). Lei passione, casini, e gaffes; lui uscite calibrate ed enorme attenzione all’immagine, da sempre. Per godersi l’interessantissimo matrimonio Blair, in questi giorni basta vedere The Queen al cinema. E seguire gli scambi tra il premier che capisce al volo il megalutto pop per la morte di Diana e la moglie che lo sfotte «chiami la tua fidanzata Elisabetta?» e si arrabbia quando lui lavora per non far fare figuracce ai reali. Anche se la più pop, in origine, è lei: figlia di un attore donnaiolo, con una sorella e sei sorellastre, cresciuta tra famiglia sgangherata e scuole di suore, studentessa di legge bravissima, più del futuro marito; che era figlio di famiglia normale, borghese e conservatrice, era determinatissimo ad avere successo, e fece rapidamente squadra con lei. Tutti e due avvocati fino al 1983; poi lui fu eletto a Westminster, lei perse e continuò un’eccellente carriera legale. Diventò un personaggio pubblico quando Blair diventò leader laburista, o meglio del New Labour, e faceva di tutto per vendere la sua come famiglia New Labour modello: genitori professionisti impegnati, tre figli con cui si vantavano di essere poco permissivi, vacanze in monovolume. Nel ’97 Blair vinse le elezioni; la mattina dopo Cherie aprì la porta di casa in vestaglia, assonnata e stropicciata. Forse l’aveva spinta fuori Tony, forse le era venuta così. E cominciarono nove anni di Cherie Blair nei suoi più riusciti travestimenti: con la parrucca da tribunale di Sua Maestà, con vestiti asimmetrici di stilisti londinesi, con pancione da multipara attempata (il quarto figlio Leo è nato nel 2000, quando lei aveva 45 anni); fin qui, perfetta metà della più riuscita coppia fighetta di centrosinistra di fine millennio. Poi c’era/c’è la Cherie strana, quella che andava dai guru; la Cherie che fa scoppiare uno Cheriegate, comprando appartamenti con l’aiuto del fidanzato condannato per frode della sua consulente di immagine (amica del guru) Carole Caplin); la Cherie avida, che chiede 100 mila sterline per partecipare a un evento benefico in Australia; la Cherie gaffeuse, tuttora recidiva. Per anni molto meno simpatica e popolare del marito, come spesso capita nelle coppie apertamente ambiziose. Ora sempre vicina al marito premier impopolare; leale in modo disastroso. Ma nel disastro finalmente simpatica, a suo modo. Disastrosamente spontanea in un mondo politico in cui tutto è accuratamente messo in scena; persino il figlio disabile del leader conservatore David Cameron, perfino la bambina morta dopo pochi giorni ricordata la settimana scorsa in tv da un Gordon Brown in lacrime, notano ultimamente i commentatori. E ora una commentatrice, Zoe Williams del Guardian, analizza la «big mouth», la boccaccia di Cherie: «Di fatto la sua è una presa di posizione femminista. Lei non sarà d’aiuto. Sarà di anti-aiuto. La rispetto per questo... e penso che anche a Tony piaccia così, la sua signora senza tatto, perché nessuno potrà dire ”dietro ogni uomo di successo c’è una donna”: è chiaro che lui ha trionfato nonostante lei». Non è detto. Ma insomma, «almeno fa le cose accidentalmente, non per finire sui giornali» (e alla fine questa storia non conterà niente nella staffetta Blair-Brown, era solo un’altra gaffe). Maria Laura Rodotà