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 2006  settembre 28 Giovedì calendario

I talebani sono allo sbando, per questo uccidono. Corriere della Sera, giovedì 28 settembre Kabul. «La vera guerra, quella per il controllo dell’Afghanistan, i terroristi, gli insurgents, come noi li chiamiamo, l’hanno persa

I talebani sono allo sbando, per questo uccidono. Corriere della Sera, giovedì 28 settembre Kabul. «La vera guerra, quella per il controllo dell’Afghanistan, i terroristi, gli insurgents, come noi li chiamiamo, l’hanno persa. Hanno un’ultima risorsa: le azioni isolate, gli attentati». Lo dice il generale Giuseppe Gay, il numero due, dopo il britannico Richards, della missione Nato conosciuta con la sigla Isaf. A suo parere, «le bombe e le azioni suicide rappresentano il segno della disperazione, l’ultima carta da giocare in una partita già chiusa». Però gli attentati aumentano e fanno anche più danni. «Sono azioni che non danno risultati pratici. Non c’è dubbio che siano più devastanti. Per esempio, nell’attentato che l’altro giorno è costato la vita al caporal maggiore Giorgio Langella hanno usato un quantitativo enorme di esplosivo. L’ordigno era nascosto nel canale di scolo sotto l’asfalto. Lo scoppio ha spalancato una voragine di un metro per quattro. Ma forse abbiamo già i colpevoli: ci sono quattro arresti». Ma chi sono gli ispiratori del terrorismo, i talebani? «I veri talebani sono rimasti in pochi. Non più di 3 mila. Sono attivi, reclutano criminali, convincono con i soldi o con le minacce gli afghani a mettersi contro la forza internazionale. Tuttavia i talebani non sono più un’organizzazione solida. Circa 2 mila di loro hanno già disertato accettando l’invito a entrare in un programma di recupero». Bin Laden e Al Qaeda hanno ancora influenza in Afghanistan? «Al Qaeda procura la mano d’opera, quelli in grado di Al Qaeda fornisce la manodopera per gli attentati e anche i kamikaze compiere azioni terroristiche. Fornisce anche gli attentatori suicidi, li fa venire da fuori, perché gli afghani non si fanno saltare in aria». Lei rappresenta la Nato, può disporre anche delle truppe italiane. Ma sa bene che il governo ne vieta l’impiego al Sud. «Non abbiamo più bisogno di chiedere un eventuale impiego dei soldati italiani al Sud, la vera battaglia nell’area meridionale è finita. I talebani e le loro bande di criminali hanno subito molte perdite e adesso sono allo sbando completo. Il problema è impedire che durante l’inverno si radunino di nuovo. Fra un paio di settimane l’Isaf prenderà anche il controllo della parte Est del Paese. E verrà chiusa l’operazione Enduring Freedom, attorno alla quale si radunò la coalizione internazionale. Sotto quella sigla gli americani operano nella zona orientale che adesso diventerà di nostra competenza». Marco Nese