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 2006  settembre 26 Martedì calendario

Scempio nella Valle dei dinosauri: processo per 14. Corriere della Sera 26 settembre 2006. Altamura (Bari)

Scempio nella Valle dei dinosauri: processo per 14. Corriere della Sera 26 settembre 2006. Altamura (Bari). Se volete piangere, è qui che dovete venire. Nel cuore delle Murge, altopiano di rocce millenarie, scrigno di tesori unici al mondo sporcato dall’opera «bipartisan» dell’Homo Abusivus. Edilizia abusiva (la città, settantamila abitanti, è al primo posto in Puglia e tra le prime dieci nella speciale classifica nazionale), smaltimento abusivo e a cielo aperto di centinaia di migliaia di tonnellate di fanghi industriali cancerogeni, costruzione abusiva del più grande impianto di trattamento di rifiuti d’Europa spacciato per impianto di compostaggio, lottizzazioni abusive di centinaia di ettari di terreno agricolo trasformati in altrettanti suoli per case abusive e capannoni abusivi finanziati con denaro pubblico (attraverso la legge 488), spietramento abusivo - cioè riduzione in poltiglia - delle rocce millenarie dell’altopiano con truffe miliardarie ai danni della Ue, smaltimento abusivo di rifiuti in discariche «controllate» (com’è accaduto a Canosa di Puglia) e, tanto per proiettarsi con fiducia nel futuro, la prevista realizzazione di due discariche (da parte della stessa impresa sotto inchiesta a Canosa) proprio su un sito archeologico neolitico di 7000 anni fa, a Spinazzola. Ma per completare l’opera, poteva l’Homo Abusivus tralasciare due tesori d’importanza mondiale come la Valle dei Dinosauri e la Grotta di Lamalunga, in cui riposa il cosiddetto Homo Arcaicus (in nessun modo imparentato con l’Abusivus)? Certo che no. Ecco allora altri 50 ettari di terreno agricolo lottizzati abusivamente e 65 mila metri quadrati di capannoni abusivamente costruiti, che vanno ad aggiungersi a un altro centinaio di capannoni costruiti in maniera «legalmente» abusiva (grazie a una legge regionale poi abrogata e alle compiacenti concessioni di sindaci di destra e di sinistra). E dove avviene lo scempio? Proprio lì, tra la Valle delle trentamila orme lasciate da duemila dinosauri (iguanodonti del Cretacico superiore, 65 milioni di anni fa, una scoperta che ha rivoluzionato gli studi di Paleogeografia) e la Grotta in cui si trova l’Uomo Arcaico, il cui scheletro, intatto e completo, è quello del più antico esemplare di essere umano mai rinvenuto (intorno ai 250 mila anni). Almeno quest’ultimo delitto, però, non è rimasto impunito. Il pm di Bari, Roberto Rossi, ha scoperto la colossale magagna e dopo aver sequestrato tutto, aree e capannoni, ha mandato a giudizio (24 gennaio 2007 il dibattimento) 14 persone, con le accuse di distruzione di bellezze naturali, lottizzazione abusiva, trasformazione urbanistica del territorio, violazione delle norme sulla valutazione di incidenza ambientale. Tra gli imputati (proprietari delle aree, tecnici, imprenditori), spiccano i nomi di Carlo Columella e Luigi Maino. Il primo è il patron della Tradeco, l’impresa che, coinvolta nello scandalo della discarica di Canosa, realizza discariche in mezza Puglia, comprese quelle sul sito neolitico di Spinazzola. Il secondo, considerato una «eminenza grigia» dell’urbanistica locale, è contemporaneamente proprietario di alcune aree, amministratore di una società immobiliare e direttore dei lavori di un bel po’ di capannoni sequestrati. Poiché però l’Homo Abusivus non lavora mai da solo, nell’inchiesta del pm Rossi sono finiti anche due funzionari dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Ninivaggi e Ottavio Giannuzzi, i cui reati si sono estinti per prescrizione, ma la cui condotta – sostiene il pm, che ha inviato gli atti anche alla Corte dei Conti – è illuminante per capire com’è che certe cose possano accadere. I due funzionari avrebbero abusato del proprio ufficio fin dal 1994, favorendo il proprietario dei suoli che aveva acquistato i terreni quando questi erano destinati dal piano regolatore generale a uso agricolo, «per poi scomparire dalla scena, così che molti degli atti successivi di lottizzazione furono istruiti da altri impiegati comunali, alcuni dei quali assunti a termine». Valle e Grotta, intanto, nonostante siano stati spesi (male) circa 5 miliardi di lire di fondi pubblici che dovevano «valorizzarle», stanno andando in malora. L’incuria, certo. Ma anche le polemiche sterili e le lacrime di coccodrillo per gli errori compiuti in questi anni dai soliti protagonisti di queste storie: il sindaco, l’assessore, il soprintendente, l’accademico, il presidente, il funzionario, e via burocratizzando. Eppure c’è una sola scoperta al mondo che può tener testa a questa delle Murge, ed è nello Stato di Alberta, in Canada. Ecco perché se il ministro dei Beni culturali non prende subito in mano la situazione, tra un po’ registreremo un altro di quegli scandali che da evitabili diventano irreversibili. Intanto, per questa vicenda, l’Unione Europea, dopo aver aperto contro l’Italia una (inascoltata) procedura di infrazione, ha bloccato i finanziamenti all’agricoltura (così per colpa degli imbroglioni vengono penalizzati anche tutti gli altri), e adesso, attraverso la Commissione europea, ha denunciato Italia e Puglia alla Corte di Giustizia. In caso di condanna (più che probabile), per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione della decisione della Corte, l’Italia dovrà pagare 100 mila euro. Indovinate chi pagherà? Carlo Vulpio