Varie, 24 settembre 2006
SAVINO Nicola
SAVINO Nicola Lucca 14 novembre 1967. Conduttore radiofonico (su Radiodeejay, tra l’altro Deejay chiama Italia con Linus) e tv (Sky Cine News), inviato di Quelli che il calcio • «Faceva il tecnico audio e una mattina stava leggendo il giornale in studio. A un certo punto, Linus gli ha messo davanti un microfono: “Sentiamo un po’ cosa ne pensi tu, uomo della strada”. Intervento dopo intervento, è diventato l’opinionisa di culto e la star di Radio Deejay. Culo? Capacità di cogliere le opportunità al volo? Predestinazione? [...] “Cresciuto a Metanopoli. Più che un quartiere, un esperimento sociologico: era una città fatta solo di ingegneri. Detto così è spaventoso, ma non è stato male crescere tra gente con un minimo di istruzione. Fino ai 14 anni non ero mai uscito da lì, non conoscevo nessuno che non lavorasse per l’Eni. Devo il mio svezzamento, tra i 14 e i 16 anni, alla Curva nord dell’Inter, dove ho conosciuto anche il peggio dell’umanità. Poi ho passato una fase paninara, ma senza militanza ideologica, puro edonismo. A 16 anni ho conosciuto la figa. Appena ho toccato con la mano una chiacchiera, immediatamente ho rinnegato qualsiasi altro interesse. È vero proprio il singolo episodio, anche se un po’ pulp. Della toccata di petto di pollo crudo, che mi ha fatto cambiare, da bruco a farfalla. L’Inter è passata in secondo piano, anche se non era difficile: era l’orrenda Inter con lo sponsor Inno-Hit, quella tra l’era Prohaska e i tedeschi. Poi è arrivata la radio. Facevo il dj a Radio San Donato. Mi sono proposto come fonico a tutte le radio. Mi ha risposto, un anno dopo, Radio Deejay, mentre ero a Londra a vedere la gara di dj [...] Dopo un mese mi hanno messo a lavorare con Fiorello. L’ho osservato minuziosamente al microscopio, per anni. Lo seguivo negli show, stando alle sue spalle sul palco”. [...]» (Emanuele Farneti, “GQ” ottobre 2000) • «Non bello ma piuttosto “un tipo”, come dice sua madre. Occhi furbi e sorriso disarmante, il viso di Nicola Savino ha mille espressioni, proprio come la sua voce. “fare il caratterista è in assoluto il sogno della mia vita”, confessa. E a sentirlo snocciolare i pezzi forti del suo repertorio, da Giampiero Galeazzi (“perfezionato con Fiorello”) a Renato Zero fino a Donatella Versace, c’è da pensare che ormai ci siamo [...]» (Laura Piazzi, “TvSette” n. 3/2001).