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 2006  settembre 21 Giovedì calendario

«Ground Zero, troppo dolore» La nuova Torre senza impiegati. Corriere della Sera 21 settembre 2006

«Ground Zero, troppo dolore» La nuova Torre senza impiegati. Corriere della Sera 21 settembre 2006. New York. La Freedom Tower, il gigantesco grattacielo che sarà costruito sulle ceneri delle Torri Gemelle nel sud dell’ isola di Manhattan, avrà due inquilini eccellenti, quando sarà inaugurato nel 2011 con il titolo ufficiale di «edificio più alto del mondo». L’ Amministrazione federale e l’ Ufficio dello Stato di New York hanno firmato infatti un accordo per affittare quasi la metà dello spazio complessivamente disponibile per gli uffici. Ma all’ orizzonte si profila già un enorme, forse insormontabile dilemma: nessuno vuole andare a lavorare in quella torre, così ricca di simboli, che sorgerà sulle ceneri del più devastante attacco terroristico della storia americana. «Per molti il ricordo di quell’ orribile giorno è ancora troppo fresco per tornare a Ground Zero», scrive in un lungo articolo il New York Times, che ha intervistato dozzine di impiegati delle agenzie federali e statali, decisi a non rimettere mai più piede in quel luogo di immenso dolore. «Io non riuscirei mai a lavorarci», racconta Ely Yulman, un esattore del New York State Department of Taxation and Finance, che ha perso ben 40 dipendenti sotto le macerie del World Trade Center, salvandosi per caso grazie a un appuntamento di lavoro fuori ufficio. «Sono certo che il 100% dei sopravvissuti la pensa come me», teorizza Yulman. Una di loro, Alicia Ferrer, scampò solo perché quel giorno aveva deciso di fare delle commissioni prima di recarsi in ufficio, con un pò di ritardo, all’ 87° piano della torre sud. «Non ci ritornerei per tutto l’ oro del mondo - afferma adesso la Ferrer - ogni giorno rivivo le scene apocalittiche dei corpi che cadono dal cielo, le auto abbandonate, le scarpe disseminate ovunque». La reazione intensa e viscerale dei sopravvissuti dimostra, se ce ne fosse bisogno, che sicurezza fisica (ineccepibile nella Freedom Tower) e sicurezza psicologica non sono mai la stessa cosa. Perché ci si può sentire vulnerabili anche dentro una fortezza di amianto. Gli psicologi sono i primi a dirlo. «E’ a dir poco prematuro pensare di poter costringere questa gente a entrare nella Freedom Tower», punta il dito lo psicanalista Ken Brynien, presidente del Sindacato dei Dipendenti Pubblici, già sul piede di guerra perché, spiega, «forzare degli individui traumatizzati nel luogo dov’ è iniziato il loro trauma è pericoloso». A cinque anni di distanza dal debutto ufficiale del grattacielo, anche chi non aveva mai messo piede all’ interno del World Trade Center teme di essere costretto dal proprio datore di lavoro a traslocare in un edificio destinato, secondo gli esperti di sicurezza, a scalare automaticamente l’ hit parade dei nuovi target del terrorismo mondiale. Ciò spiega come mai persino Anthony R. Coscia, presidente della Port Authority of New York and New Jersey proprietaria del sito e costruttrice della Freedom Tower, dice di «non aspettarsi affatto che i suoi dipendenti tornino sul luogo dove sono morti 84 dei loro colleghi». «Se un giorno mi chiederanno di traslocare sulla Freedom Tower mi cercherò un nuovo lavoro», affermano alcuni di loro. Le eccezioni, almeno per ora, sono poche. La 43enne Ivelisse Martinez, funzionaria dell’ ufficio federale dell’ immigrazione non vede l’ ora di traslocare «perché quello è un terreno sacro e se voglio onorare i morti debbo far vedere che non mi faccio intimorire dai terroristi». Ottimista sul futuro di un luogo dove il destino sembra deciso a fermare le lancette dell’ orologio è anche il sindaco della città Michael Bloomberg. «E’ un grattacielo meraviglioso - assicura -. Per ogni individuo che rinuncia ce n’ è uno pronto ad andarci». Tra cinque anni, quando la decisione sarà alle porte, forse molte delle ferite saranno rimarginate. E comunque la maggior parte degli impiegati non avranno il lusso di scegliere. «Se sarò proprio costretto mi rassegnerò ad andarci - spiega il contabile Ning Li - però preferirei tanto lavorare altrove. Quel posto è pieno di spiriti e memorie latenti e personalmente credo sia meglio stare alla larga». La ricostruzione *** I LAVORI La Freedom Tower sarà pronta nel 2011. L’ Amministrazione federale e l’ Ufficio dello Stato di New York hanno già firmato un accordo per affittare quasi la metà dello spazio disponibile LE ALTRE TORRI Gli altri tre grattacieli saranno invece completati entro il 2012. Rimane da assegnare il progetto della Torre numero 5 Alessandra Farkas