Corriere della Sera 15/09/2006, pag.53 Sergio Romano, 15 settembre 2006
1939: il patto segreto fra la Germania e l’Urss. Corriere della Sera 15 settembre 2006. Sono uno studente di 18 anni e mi riallaccio all’intervento sulla questione di Danzica
1939: il patto segreto fra la Germania e l’Urss. Corriere della Sera 15 settembre 2006. Sono uno studente di 18 anni e mi riallaccio all’intervento sulla questione di Danzica. Mi piacerebbe conoscere la sua opinione in merito al patto nazi-sovietico del 1939 firmato dai rispettivi ministri degli Esteri Molotov e Ribbentrop che, al di là degli accordi economici, prevedeva la spartizione della Polonia (a ovest e a est di Brest Litovsk) e gli spazi di egemonia delle due potenze nell’Europa orientale. Come mai il patto è oggi poco noto? Eppure io credo che fosse di importanza notevole, come rivela la nota di Goebbels nel suo diario, perché era una sorta di scudo per Hitler non solo nei confronti dell’Urss, ma anche delle potenze europee che sarebbero dovute intervenire non solo contro il Reich ma anche contro l’Unione Sovietica. Ma la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra solo al Reich. Erano forse preoccupate soltanto dalla difesa dell’Europa occidentale? E non è forse vero che al processo di Norimberga sulla condanna di Ribbentrop, plenipotenziario del Reich e protagonista del patto, pesò anche questo fattore? Dante Antonio De Giovanni Caro De Giovanni, il patto tedesco-sovietico dell’agosto 1939 comprendeva due documenti: un trattato di amicizia, di cui venne pubblicato il contenuto essenziale, e un protocollo segreto con cui i due Stati si accordarono per la spartizione della Polonia e la delimitazione delle rispettive aree di influenza nel Baltico (l’accordo sulla Bessarabia fu stipulato più tardi). Per giustificare se stessi e riparare allo scompiglio che l’annuncio aveva provocato nelle file dei partiti comunisti, i sovietici sostennero che l’intesa era stata provocata dai negoziati bruscamente falliti a Mosca, nei giorni precedenti, con una delegazione anglo-francese. Gli occidentali (questa la tesi della diplomazia sovietica) pretendevano di essere aiutati contro la Germania nazista, ma diffidavano dell’Urss e non erano disposti a permettere il transito dell’Armata Rossa attraverso il territorio polacco in caso di conflitto. In queste condizioni, a Mosca non restava altra soluzione fuor che quella di proteggersi dall’espansionismo tedesco e guadagnare tempo. La spiegazione era ingegnosa, ma fu contraddetta dai vantaggi territoriali che l’Urss incassò nei mesi seguenti e dagli intensi rapporti economici che essa ebbe con il Terzo Reich sino al giugno 1941. Naturalmente l’invasione tedesca fece dell’Urss una preziosa alleata dell’Occidente ed ebbe l’effetto di stendere sul patto Ribbentrop- Molotov il velo del silenzio. Ma la questione riemerse quando gli americani, dopo la fine della guerra, annunciarono di avere trovato in un archivio tedesco la copia fotografica del protocollo segreto che i due ministri degli Esteri avevano firmato a Mosca alla presenza di Stalin. I sovietici replicarono che il documento era un falso, concepito nel clima della guerra fredda per screditare la patria del socialismo, e tutti i partiti comunisti occidentali si allinearono disciplinatamente su questa versione. Ma una commissione presieduta da Aleksandr Jakovlev, negli anni della presidenza di Boris Eltsin, ebbe il merito di scavare senza pregiudizi negli archivi del Cremlino e di portare alla luce l’originale del protocollo segreto. Ecco, caro De Giovanni, la storia del documento a cui lei, giustamente, attribuisce tanta importanza. Alla sua domanda sull’atteggiamento della Francia e della Gran Bretagna dopo l’inizio delle ostilità, rispondo che i due Paesi aiutarono la Polonia costringendo la Germania a combattere su un secondo fronte, ma non erano in grado di fornirle in quel momento più concreti aiuti militari o, peggio, di affrontare l’Unione Sovietica. Quanto al processo di Norimberga, non credo che il patto di Mosca abbia avuto alcuna influenza sulla sorte di Ribbentrop. Il ministro degli Esteri nazista fu considerato membro influente della corte di Hitler e responsabile, non meno di Göring, Keitel, Rosenberg, Franck, Kaltenbrunner, Seyss-Inquart e altri, dei crimini commessi dal regime. Se l’accordo con l’Urss fosse stato materia del dibattimento, Ribbentrop avrebbe potuto chiamare, come testimone per la difesa, il collega Molotov, e i magistrati sovietici naturalmente si sarebbero opposti. Sergio Romano