Varie, 19 settembre 2006
DE GIOVANNI Daniele
DE GIOVANNI Daniele Palermo 8 luglio 1960. Manager • «[...] il consigliere numero uno, l’uomo-ombra, l’allievo all’università e all’Iri, il compagno di jogging di Romano Prodi e il titolare dei più delicati dossier del governo, a cominciare da quello Alitalia [...]» (Mario Ajello, “Il Messaggero” 16/5/2007) • «Corre, Daniele De Giovanni. Ah, se corre. Sarà per quella dote dinamica, e per la resistenza alla fatica, che durante la campagna elettorale ha avuto anche il compito di tenere in forma fisica Romano Prodi. Tutte le mattine, alle 7.30: un’ora di corsa. E chissà se non sia stato uno dei segreti della vittoria del Professore alle Politiche. Ma certamente non è quella la ragione per cui “Degio”, il braccio destro del premier, occupa a Palazzo Chigi la stanza più vicina alla sua. Ai due incontri di Prodi con il presidente di Telecom Marco Tronchetti Provera, c’era lui. C’era lui quando si è dovuta affrontare la delicatissima questione dell’Alitalia. Ancora lui, a Cernobbio, si è incaricato di riannodare i fili con il presidente di Autostrade, Gian Maria Gros-Pietro. E chi non avesse saputo che De Giovanni e Paolo Scaroni sono amici da tempo, complice la comune passione per Cortina d’Ampezzo e la montagna, avrebbe potuto scambiare le partite a tennis che i due hanno giocato questa estate come un’altra missione speciale del consigliere di Prodi. Ma pure il tennis, tutto sommato, può servire a qualcosa. Soprattutto se dall’altra parte della rete a sfidare il (pare) fortissimo De Giovanni (è classificato) c’è un amministratore delegato dell’Eni nominato dal governo di Silvio Berlusconi. “Degio” [...] è sposato con Astrid, ingegnere, uruguagia di Montevideo, e ha una figlia. Tifa per il Milan. “L’unico difetto che ha”, dice uno dei più stretti collaboratori di Prodi. Tutti meno giovani di lui: Angelo Rovati, Silvio Sircana, Ricardo Franco Levi. L’unico che anagraficamente lo batte è Massimo Tononi [...] sottosegretario all’Economia: l’altro giovane che Prodi portò con sé all’Iri nel 1993. De Giovanni e il presidente della holding pubblica si erano conosciuti una decina d’anni prima, all’Università. Poi quell’anno all’Iri, che a quanto pare ha segnato profondamente Tononi e lui. Tononi andò alla banca d’affari Goldman Sachs, da cui si è dimesso in coincidenza con la sua nomina al governo. Lui mise in liquidazione la società di ricerca, un’accomandita semplice, che aveva fondato nel 1990 insieme alla moglie, e si trasferì all’Alitalia: responsabile delle strategie. Erano gli anni di Renato Riverso e Roberto Schisano. Ma con l’arrivo di Domenico Cempella tutto cambiò, e anche De Giovanni risolse che era arrivato il momento di cambiare. E per lui si aprì la strada delle telecomunicazioni. Prima nel gruppo Iri-Stet-Telecom Italia, poi in Albacom. Lì ha curato per due volte il progetto di quotazione in Borsa della società controllata da British Telecom, Mediaset, Eni e Bnl. Invano. L’epoca d’oro del matrimonio fra Borsa e new economy era ormai finita. Poi l’uscita di scena per un breve periodo, e quindi il ritorno, dopo dodici anni, al fianco di Prodi» (Sergio Rizzo, “Corriere della Sera” 19/9/2006).