il Giornale 03/09/2006, 3 settembre 2006
Il dizionario di Irene Brin. Il Giornale 3 settembre 2006. TELEFONO «Pronto, posso parlare con la signora?»
Il dizionario di Irene Brin. Il Giornale 3 settembre 2006. TELEFONO «Pronto, posso parlare con la signora?». «Chi è lei?». «Sono Clara R.». «La signora non c’è». E tanto varrebbe aggiungere «per lei». Ogni volta che una domestica o un segretario o una impiegata risponde così, si ha l’impressione di venir deliberatamente esclusi. Ma anche questo dialogo è stato iniziato male, bisognava dire: «Pronto, sono la contessa R. Posso parlare con la signora?». Se nella stessa famiglia ci sono una suocera ed una nuora, allora si dice «la signora» per indicare la più importante, la più anziana, mentre la nuora verrà chiamata, ad esempio, «signora Maria» /. Chi prende in mano un ricevitore sta per entrare, simbolicamente, sì, ma anche rumorosamente ed imperiosamente, nella casa o nell’ufficio altrui: deve, quindi, per prima cosa annunciarsi. Ma anche chi risponde al telefono ha il dovere di evitare ogni ambiguità ed ogni possibile malinteso. E invece: «Pronto, chi parla?». «Mi dica lei con chi vuol parlare!». «Già, e se avessi sbagliato numero?». «Ma lei ha sbagliato numero». «E come lo sa?». «Vede, le persone che telefonano a me sono tutte per bene, lei invece...» /. In quasi tutti i paesi di Europa, ormai, ogni telefonata, anche nella cerchia urbana, costa: non chiedete, quindi, agli amici che già vi offrono il tè, di offrirvi anche sette colloqui con il calzolaio, l’avvocato, ecc. Ospiti in villa, fate pure, avvertendo, una telefonata intercomunale e, nel momento stesso in cui chiedete alla signorina di mettervi in contatto con Milano o Bruxelles, pregatela di lasciarvi sapere, a telefonata finita, il vostro debito. Chiuderete la somma esatta in una busta, che poserete sulla scrivania del padron di casa, con un rigo di spiegazione: «Ho telefonato a Bruxelles, grazie!» /.