il Giornale 06/082006, 18 settembre 2006
Il dizionario di Irene Brin. Il Giornale, 6 agosto 2006. NOMIGNOLI Spesso madri amorose mi hanno scritto per chiedermi, ansiosamente, come accomodare i nomi, secondo loro bruttissimi, che per volere dei suoceri avevano dovuto imporre ai figliolini
Il dizionario di Irene Brin. Il Giornale, 6 agosto 2006. NOMIGNOLI Spesso madri amorose mi hanno scritto per chiedermi, ansiosamente, come accomodare i nomi, secondo loro bruttissimi, che per volere dei suoceri avevano dovuto imporre ai figliolini. Come ridurre, ad esempio, Assunta? O Giuseppe? O Carlotta? Dirò subito che, secondo me, non esistono nomi brutti (e quelli che esistono non possono venire imposti, né al fonte battesimale, né sui registri dello Stato civile; ci sono apposite leggi per proibire «Anarchico Sempre» o «Avanti» o «Satana», un tempo popolari tra i liberi pensatori). In fin dei conti è meglio chiamarsi Assunta che non Luana, Giuseppe che non Gary. Si risale con maggior simpatia a virtuosi nonni provinciali che non a titoli di film, o a idolatrie di attori. Quanto ai diminutivi, quasi sempre i bambini se li inventano da soli, nel tentativo di balbettare il loro nome, ed avremo così Sissi o Pucci. Ma bisogna stare attenti a non prolungarli troppo; il trentenne Pucci farà figura di gagà, e la sessantenne Sissi di vecchia matta. Io ho una predilezione per «Nina», così italiano, così settecentesco, così gentile.