La Repubblica 17/09/2006, pag.32 Luca Raffaelli, 17 settembre 2006
Topolino è partito per terre incantate. La Repubblica 17 settembre 2006. Di Topolino non ce n´è uno solo
Topolino è partito per terre incantate. La Repubblica 17 settembre 2006. Di Topolino non ce n´è uno solo. Fosse anche solo questione di piccoli particolari, i pantaloncini piuttosto che la rotondità delle sue orecchie. In quello che apparirà da mercoledì 4 ottobre sul settimanale che porta il suo nome, si potrà scorgere un sopracciglio che gli rende un occhio diverso dal solito. Non aperto, solare, ovale: ma accigliato. Per quanto non sia il segno di una vera preoccupazione - esagerata per chi pensa positivo come lui - trasmette una forza di volontà, un impegno smisurato. Infatti la saga in cui dovrà cimentarsi, e che si preannuncia epica, sarà la più lunga nella storia del periodico. Sganciato dalla sua vita quotidiana a Topolinia, Mickey verrà catapultato in un lungo viaggio attraverso le terre incantate di Wizards of Mickey, per il quale sono già previsti vari cicli narrativi di 10 episodi ciascuno. Un titolo in inglese per un lungo fumetto tutto italiano, creato da una squadra capeggiata dal direttore di Topolino Claretta Muci e dallo sceneggiatore Stefano Ambrosio, con Roberto Santillo e Marco Ghiglione alle matite e ai colori. Un progetto così ampio e ambizioso da richiedere la presenza delle migliori spalle di Mickey Mouse. Non solo Pippo, tradizionalmente compagno delle sue avventure a fumetti, ma anche Paperino, che viveva con Topolino le avventure a fumetti degli anni Trenta, prima che fosse risucchiato nell´universo dei paperi (creato da quel genio del fumetto disneyano che è stato Carl Barks, inventore tra l´altro di Zio Paperone). Wizards of Mickey sarà una storia fantasy, immancabilmente legata al successo che negli ultimi anni hanno avuto romanzi e cartoni legati al magico: da Sailor Moon a Harry Potter, da Witch a Winx Club. Ma gli autori di questa nuova saga preferiscono prendere come punto di riferimento il Topolino del passato, quello che prese parte, come ospite d´onore, a Fantasia. Unico personaggio non creato appositamente per quel film, Mickey interpretò il ruolo dell´apprendista stregone. La musica era quella del poema sinfonico di Paul Dukas e si ispirava a una fiaba tradizionale ripresa da Goethe: quella di un mago principiante che sognava di essere già diventato un maestro. La sua presunzione gli faceva combinare un vero guaio, e ci voleva il ritorno dello stregone per rimettere le scope al loro posto. Disney battezzò quest´ultimo con il nome di Yensid: il suo cognome scritto al contrario. Era quello il segno della profonda crisi di Topolino. Perché in quel momento (alla fine degli anni Trenta: Fantasia uscì nel novembre del 1940) Disney non sapeva più cosa fare con il suo topo preferito. Il successo non trasforma solo le persone, ma anche gli eroi di carta. Mickey Mouse era nato alla fine degli anni Venti e aveva esordito inaugurando la meraviglia del cartone animato sonoro. Proprio con i suoni e poi con i colori, e grazie alla maestria degli autori Disney, Topolino aveva sconfitto la Depressione dimostrando a tutto il mondo che il sogno può essere realtà e che la realtà può essere un sogno meraviglioso. Con le sue innate abilità magiche, Topolino aveva suonato i denti una mucca come fosse uno xilofono, aveva girato la coda di una capra come fosse la manovella una pianola, aveva guidato da direttore d´orchestra una banda colorata di strumentisti indisciplinati (tra cui Paperino) e sulla note del Guglielmo Tell di Rossini aveva domato un terribile tornado che aveva fatto volare la piccola orchestra tra le nuvole. Questo era il mago Topolino dei primi tempi, quello che viveva ancora nell´America delle fattorie, dei porcelli e dei paperi, quello della povertà vissuta come speranza di un mondo migliore. Poi, lentamente, Mickey divenne un´icona, un mito, una star. Cominciò ad avere una casa, una fidanzata, un cane, una poltrona. I suoi abiti diventarono più consoni a quelli di una celebrità metropolitana. Fatalmente, perse i suoi poteri. D´altronde, come si può raccontare la storia di Davide, se diventa più grande e forte di Golia? In un´intervista concessa a Irving Wallace nel 1949, Disney confessò: «Il declino di Mickey è dovuto alla sua natura eroica. La sua leggenda è cresciuta a tal punto che non potevamo più scherzarci su. Come eroe occidentale ha acquisito troppi tabù: non può bere, non può fumare, non può compiere atti violenti». In verità, non c´era più bisogno delle sue magie. Altro che meraviglie da fattoria, con gli animali, con le bande improvvisate: ormai gli Stati Uniti erano una nazione forte e strutturata. Per lui era necessario un cambiamento epocale, che avrebbe fatto vacillare qualsiasi star, qualsiasi mito: si trattava di passare dalla magia del gioco alla forza della volontà. Niente più astrazioni, spettacoli fini a se stessi. Era il momento di impegnarsi, studiare, integrarsi all´interno di una nazione ormai adulta. Quello era stato il senso dell´episodio di Fantasia. Lo stregone Disney/Yensid ammonisce il suo personaggio: da oggi è tutta un´altra vita. E Yensid sfoggia un volto impassibile che somiglia in maniera impressionante a quella di Abraham Lincoln, uno dei padri della patria statunitense. Triste il declino del topo disneyano. Negli anni Quaranta il numero dei cartoni che lo vedono protagonista diminuisce drasticamente. Dal 1947 al 1953 sono appena otto, mentre Paperino, Pluto, Cip e Ciop trionfano. Nessuno, tra paperi, cani e scoiattoli, aveva un´icona da difendere, nessuno doveva essere immediatamente identificabile con Walt, creatore dell´impero, com´era invece destino del grande topo. Da allora fino ad oggi, Topolino a cartoni animati non sa bene più chi essere e perché, nonostante qualche buona prova isolata. invece nei fumetti che ha ritrovato una sua identità. La sua agile e giovanile forza d´animo, il suo acume gioioso contrapposto alla tetra stupidità dei suoi nemici, gli hanno ridato vigore. Anche se per troppo tempo è stato solo un detective, anche se è diventato un luogo comune affermare «preferisco Paperino». noto che da vari decenni i fumetti disneyani sono realizzati prevalentemente in Italia, da autori italiani, che si sono permessi di inserire Mickey anche nell´Inferno dantesco o nella parodia dei Promessi Sposi. Con questa nuova saga Topolino ritorna finalmente a parlare di magia, ma ora è un Topolino maturo. Quello con il sopracciglio della volontà. Luca Raffaelli