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 2006  settembre 10 Domenica calendario

Numeri e maglie un appello per il 51. La Repubblica 10 settembre 2006. Piacere, anzi dispiacere. Sono il numero 51, ma potrei anche essere il 98, il 36

Numeri e maglie un appello per il 51. La Repubblica 10 settembre 2006. Piacere, anzi dispiacere. Sono il numero 51, ma potrei anche essere il 98, il 36. Vorrei chiedere ai calciatori di serie A perché nessuno, tra più di 500 che sono, mi ha preso in considerazione. Noi esclusi, noi non voluti, abbiamo commissionato una ricerca all´estensore di queste righe, che si è messo al lavoro con due pagine del Corriere dello sport davanti e due fogli grandi. La prima ricerca era sui piccoli numeri, quelli del calcio classico, dall´1 all´11 tanto per capirsi. Egli ha concluso che con 19 presenze figurano il 5, l´8 e il 10, con 18 l´1, il 3 e l´11, con 17 il 7, con 16 il 6 e il 9, con 15 il 4, con 14 il 2. Già che c´era, ha controllato i numeri mancanti squadra per squadra: solo Ascoli, Catania e Udinese hanno dall´1 all´11, all´Atalanta manca il 4, al Cagliari e all´ Empoli il 2, al Chievo 2, 3 e 11, a Fiorentina e Lazio il 9, al Livorno 9 e 10, al Messina 2 e 7, al Palermo 6, 7 e 9, al Parma 1, 2 e 8, alla Reggina 1, 2 e 10, alla Roma 4 e 6, alla Samp 2, 3 e 6, all´Inter il 3 (ma era il numero di Facchetti, ritirato), al Milan il 6 (di Baresi, ritirato). Solo 2 numeri su 99 fanno l´en plein: trattasi di 20 e 21, vai a sapere perché, ma anche il 23 è messo bene (19), forse perché ha una valenza precisa, diciamo pure portafortuna senza ricorrere al gergo che un tempo s´attribuiva agli scaricatori di porto. In quanto numero 51, solo il lotto mi dà qualche soddisfazione, ma il 98 non ha nemmeno quella. Faccio un appello, una richiesta, un elenco di numeri senza proprietario: 36, 37, 39, 42, 45, 48, 49, poi comincia il deserto, da me al 65 compreso, poi 67, 71, 74, 75, 76, 82 e dal 92 al 98 compreso. Abbiamo sentito dire che in A c´è spazio per cani e porci, vorremmo che ci fosse un po´ di spazio anche per noi. [Mentre è davvero bello, anzi commovente, che Luciano Moggi abbia trovato un ingaggio in tv: da lunedì commenterà il campionato per Telelombardia. Strano che se lo siano lasciato soffiare emittenti più note. Restano sempre disponibili Mazzini e De Santis. Smentita la voce di una colletta per Giraudo perché l´Italia è un paese serio. Altrove, in Francia, succede che due calciatori della Nazionale, Thuram e Vieira, comprino 70 biglietti di Francia-Italia e portino a vederla un gruppo di sans papiers, senza dare pubblicità all´iniziativa che però non passa inosservata. Reazioni di Philippe de Villiers, presidente del Movimento per la Francia: «I calciatori sono pagati per giocare a pallone, non per fare politica». E il ministro dell´Interno Sarkozy: «Si può essere un grande atleta sul campo e un mediocre individuo in politica». Senza dubbio, a differenza di Sarkozy (4) che è mediocre sempre. Thuram è difeso da Domenech, dall´Equipe ma se la cava bene anche da solo: «Non capisco dove sia il problema. Se appena si ha la possibilità di offrire momenti di felicità a persone in difficoltà, bisogna farlo, o almeno questa è la mia idea». E questa è la mia: Thuram 7,5.] Manteniamo un respiro internazionale. Scozia. Il 12 febbraio il portiere polacco del Celtic, Artur Boruc, si fa il segno della croce nello stadio dei Rangers (protestanti), Alcuni tifosi del Rangers lo denunciano come provocatore. Il 27 agosto (notare la lentezza) la Procura diffida Boruc (diffida iscritta sulla fedina penale) come «autore di gesto atto a turbare l´ordine pubblico». Nel 99´ si segnò Viduka, ma senza essere indagato, nel ´96 Mc Donald fu ammonito per lo stesso gesto, e poi espulso al secondo giallo. Qui non si parla di estremisti islamici, ma di imbecilli europei. Dalla Gazzetta il commento del deputato laburista Jim Devine: «La Scozia si è resa ridicola agli occhi del mondo». Non c´è molto da aggiungere, solo il voto: 2. [Dal mensile Vinum una lunga intervista a Blatter. Si scopre che ha tre cantine, beve soprattutto Bordeaux, non gli piace lo Champagne, se è da solo beve Coca Light, non pensa alla politica. «Perché dovrei? Prima di tutto, sono in grado di muovere molto di più a livello internazionale in ambito calcistico e in secondo luogo, ovunque io vada, vengo accolto come un capo di stato, con tutti gli onori del caso: il tappeto rosso, le guardie e l´inno nazionale». E´ vero, purtroppo. Ma il peggio deve venire: cos´ha in mente di fare quando chiuderà con la Fifa? «Mi dedicherò di nuovo alla scrittura». Di nuovo? «In passato, di tanto in tanto, veniva pubblicato un mio articolo su un giornale». Pensa a un romanzo? «Mi manca la pazienza per scrivere un romanzo. Potrei dedicarmi ai racconti brevi o magari alla satira». Non vedo l´ora, perché significherebbe che Blatter non c´entra più col calcio. E magari il suo primo libro avrà più recensioni di quello di Veltroni, roba che Hemingway se la sognava di notte. Non lo dico per invidia, visto che non ho mai scritto un libro. Articoli molti, e non mi dispiace se qualche collega li riprende. Sul Manifesto di ieri mi trovo arruolato tra gli apocalittici per avere espresso «l´inesauribile voglia di essere altrove a occuparmi d´altro». Veramente avevo scritto di «inesaudibile voglia di essere altrove e occuparmi d´altro», non è semplice pignoleria per una consonante o una vocale cambiate ma una questione di coerenza agli occhi di chi legge di un giornale che non è il mio. Ossia: se la voglia fosse inesauribile sarei altrove, ma siccome è inesaudibile sono qui, al pezzo. Né apocalittico né, spero, integrato.] Gianni Mura