La Stampa 14/09/2006, pag.19 Paolo Baroni, 14 settembre 2006
Rana sfida i ravioli al vapore con le trattorie del tortellino. La Stampa 14 Settembre 2006. Nanchino
Rana sfida i ravioli al vapore con le trattorie del tortellino. La Stampa 14 Settembre 2006. Nanchino. «La Cina? tanto che ci stiamo pensando: adesso è arrivato il momento buono». Gian Luca Rana, figlio di Giovanni, il «re» dei tortellini made in Italy, è a Nanchino per stringere i contatti finali e partire con una nuova avventura imprenditoriale. Convinto, lui come il padre, che all’ombra della Grande Muraglia si possano fare ottimi affari. «Il partner industriale ce l’abbiamo già - spiega - ora dobbiamo muoverci sul fronte commerciale, trovare i distributori a cui appoggiarci e gruppi interessati ad investire sulle nostre "Trattorie"». Quello della Cina, del resto, è un vecchio pallino di famiglia: «Papà lo sostiene da tempo: basterebbe venderne un tortellino per ogni cinese ed avremmo già saturato la capacità produttiva di un intero stabilimento». Ed in effetti le condizioni per partire col piede giusto qui ci sono già tutte: dal grande interesse per i prodotti alimentari italiani alla predisposizione particolare dei cinesi proprio per la pasta fresca al punto di vantarsi di aver inventato loro la pasta ripiena. Cosa che ovviamente un italiano che opera in questo settore non accetterà mai: e poi tra tortellino al ragù e raviolo al vapore non c’è paragone. Lo sbarco in Cina avverrà aggredendo vari canali, dalla ristorazione alla grande distribuzione. Quindi, una volta conquistati spazi sul mercato orientale, verranno realizzati gli stabilimenti per la produzione. Inizialmente saranno due, uno per servire l’area di Shangai ed un altro per la parte sud del Paese, Hong Kong e dintorni. Regioni ricche, dove mangiare italiano oggi fa moda, tendenza, e per le nuove generazioni di cinesi anche un po’ status. segno di grande modernità. Ovviamente, come avviene in tutti gli altri Paesi stranieri, il prodotto sarà adeguato ai gusti locali: il raviolo in salsa italiana conterrà poco o niente formaggio e però avrà sapori più forti rispetto allo standard europeo ed italiano, con un occhio di riguardo e attenzione in particolare sull’aglio. Il «cavallo di Troia» dell’operazione-Cina del gruppo veronese è rappresentato dalle «Trattorie di Giovanni Rana», una specie di Mc Donald’s del tortellino, ma il termine non rende giustizia nè al progetto nè ai prodotti, dove con 5-6 euro già oggi in Europa (in Italia, Francia ed altri Paesi) si può mangiare un buon piatto di pasta ripiena, un’insalata, una bevanda ed un dolce. Buona cucina, ma che sta al passo con futuro: i tempi sono rapidissimi visto che dall’emissione dello scontrino al piatto servito, grazie ai raggi infrarossi che trasmettono l’ordine alla cottura iperveloce, passa appena un minuto. «Più che cercare di fare volumi, con questo tipo di operazioni - spiega Gian Luca Rana - facciamo soprattutto un’operazione di marketing, per far conoscere il nostro prodotto che poi la clientela troverà magari al supermercato o nei punti vendita dei grandi centri commerciali». L’obiettivo è quello di coprire le città più importanti della Cina, sfruttando partnership già consolidate nel tempo (come quella con la catena francese della grande distribuzione Carrefour). Da oltre due mesi un team «è su piazza» e sta studiando come far decollare l’operazione. I Rana ne sono convinti: «Il mercato del futuro è qui». Paolo Baroni