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 2006  settembre 11 Lunedì calendario

Abramovich santo patrono La Chukotka gli regala statue, mostre ed eternità. La Stampa 11 Settembre 2006

Abramovich santo patrono La Chukotka gli regala statue, mostre ed eternità. La Stampa 11 Settembre 2006. Anadyr omaggia il suo santo patrono, Roman Abramovich. Per il mondo è un affarista ambiguo, per la capitale della Chukotka è un eroe. Raccontano la sua vita dentro un museo omettendo qualsiasi dubbio e non è censura, è amore. Per chi abita nella regione più remota della Russia, un profondo e dimenticato nord che si affaccia sull’Alaska, oligarca è sinonimo di dio. Da quando il padrone del Chelsea è diventato governatore della Chukotka, un’economia inesistente ha iniziato a muoversi, hanno quintuplicato gli introiti, hanno un aeroporto, un ospedale invidiabile e un elicottero Mi-26 che può portare più di 20 tonnellate e passa da un villaggio all’altro per consegnare i viveri. In Chukotka l’economia è una questione di sopravvivenza, in inverno si scende a -60 e ci sono distese di lande disabitate e impraticabili che stanno fra i vari centri vivi. L’eroe di questo mondo dimenticato vive a 8700 chilometri di distanza, ma la sua faccia è ovunque. In questi mesi, vari artisti stanno incidendo il suo profilo per una statua, la migliore verrà realizzata, i provini entreranno nelle tante esposizioni a tema che si danno il cambio nell’unico museo di Anadyr. Prima di lui un solo uomo ha avuto questo onore, Vladimir Lenin e l’omaggio era molto meno spontaneo. Sono due anni che il padrone dei ghiacci non si fa vivo a casa sua e nessuno se ne lamenta, c’è solo il suo autografo scarabocchiato su una foto. Sta appesa in municipio, la gente la guarda con rispetto e sa di avere ancora pochi anni di benessere. Il secondo mandato di Abramovich scade nel 2009, la Chukotka perderebbe più della metà del suo intero bilancio se il magnate togliesse i liquidi. Joth Singh, un ambientalista di Londra che sta lavorando a un parco tematico commissionato sempre da Abramovich, racconta che ad Anadyr tutti vivono e ragionano con la scadenza in testa. Tutto quello che si può e si vuole fare, va fatto entro il 2009, il futuro non esiste. In autunno l’amministrazione si riunirà per capire come «riqualificare la regione», definizione che spiega bene come funziona oggi. La Chukotka vive grazie a un solo uomo. Sono passati sette anni da quando Abramovich l’ha visitata per la prima volta, non c’era neppure un supermercato ad Anadyr, un solo negozio vendeva pesce in scatola, attrezzi, sale e insetticidi, per questo il primo investimento è stato l’elicottero: consegna a domicilio. Irina Ruchina, presidente della Croce rossa, racconta che i malati invocano le benedizioni di Abramovich, molti hanno la sua immagine, spesso disegnata, e nessuno di loro, nemmeno lei si sognerebbe mai di parlarne male. «Non importa perché ha scelto di aiutarci e nemmeno se smetterà nel 2009, si è già guadagnato la nostra stima a vita». L’interessamento di Abramovich non è casuale, molti dei suoi amici ed ex soci sono in prigione o in esilio. Quando Putin ha deciso di controllare lo strapotere degli oligarchi, ha dato delle possibilità di uscita. Accollarsi una regione di ghiaccio e stenti era un’opzione. Abramovich l’ha usata. Si dice che da allora Putin mostri due foto a chi viene scovato ad evadere tasse, leggi e a intrallazzare: quella di Abramovich sul suo yacht e quella di Khodorkovsky in prigione. Basta scegliere. Da quando Abramovich ha deciso di cooperare ha creato un’alleanza con Putin. Non è un caso che abbia venduto la Sibneft e mollato il petrolio per le acciaierie, fa parte di una strategia concordata. Solo che il mandato di Putin scade prima di quello di Abramovich, nel 2008 e la geografia cambia. Prima di tornare un punto indefinito sullo stretto di Bering, la Chukotka vuole trasformarsi. In molti hanno chiesto ad Abramovich di spendere per spingere europei e americani al turismo estremo. Ci sono 17 mila nativi che vivono in Chukotka e 12 mila stanno tutti insieme con regole di vita di altre epoche. L’idea è costruire un villaggio etnico, mostrare quello che esiste solo lì. Abramovich ha staccato assegni e ha mandato esperti per un progetto impraticabile. Gli stranieri devono avere un visto per entrare, l’aeroporto è chiuso nei fine settimana, c’è un solo albergo (tirato su da Abramovich), non ci sono strade e affittare un elicottero costa 83 mila rubli l’ora. Però Abramovich ha detto sì, investiamo sul turismo e ad Anadyr sono convinti che la sua parola valga più di un miracolo. Giulia Zonca