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 2006  settembre 08 Venerdì calendario

Il risanatore: ascoltate i sindacati. La Stampa 8 settembre 2006. New York. Mike Boyd è un risanatore di compagnie aeree per conto dei sindacati

Il risanatore: ascoltate i sindacati. La Stampa 8 settembre 2006. New York. Mike Boyd è un risanatore di compagnie aeree per conto dei sindacati. Dalla sede del Boyd Group ad Evergreen, in Colorado, è stato lui ad assistere i piloti dell’American Airlines come gli impiegati della NorthWest nel definire severi piani di ristrutturazione e rilancio che hanno consentito alle rispettive compagnie di archiviare i debiti e tornare in attivo. Iniziamo dal principio. Ci spieghi il ruolo dei sindacati come parte attiva del risanamento. «I sindacati in America hanno un ruolo diverso dall’Europa. Qui prendono l’iniziativa, suggeriscono alle aziende dove tagliare e quanto al fine di centrare gli obiettivi economici che l’azienda si è data. Il fine è superare la situazione di crisi e fare utili in tempi non lunghi». Nel caso delle compagnie aree quali suggerimenti dei sindacati si sono rivelati più utili? «Negli ultimi 2-3 anni Delta e NorthWest, le due compagnie aeree oggi ancora in amministrazione controllata, hanno ridotto le spese del personale del 30 per cento applicando forme di risanamento suggerite dai sindacati. Ad esempio la completa ristrutturazione della biglietteria con la sostituzione del servizio dei centralini telefonici con i siti Internet o i risponditori automatici. Oppure con gli interventi nel settore ingegneristico: fino a pochi anni fa queste compagnie avevano migliaia di ingegneri super-qualificati e super-pagati ma anziché di riparare i motori passavano la maggior parte del tempo a mettere a posto sedili rotti o a riattivare macchine del caffè che si erano inceppate. La soluzione è stata affidare questi compiti di importanza secondaria ad ingegneri meno qualificati, abbassando dunque di molto i costi». E sul fronte delle pensioni... «Oramai solo American Airlines e Continental in America hanno ancora degli importanti piani pensionistici per i dipendenti, tutte le altre compagnie aree vi hanno rinunciato. Gli impiegati sono in fondo cittadini comuni che accedono a pensioni private, come gli altri». Quali sono stati gli altri passaggi-chiave dei risanamenti? «Se la riduzione dei costi del lavoro è stata decisiva le aziende hanno sommato a questo risultato altre due decisioni: la sostanziale fine della distribuzione del cibo gratis sugli aerei, ad eccezione della classe business, e la revisione dell’offerta dei voli sul mercato». Che cosa intende? «Prendiamo ad esempio la NorthWest. Continuare a tentare di servire tutte le destinazioni con tutti gli apparecchi era diventato un suicidio economico. Così hanno scelto di concentrare l’offerta dove c’erano più clienti da conquistare: all’estero hanno puntato sulla Cina, all’interno su alcune piccole realtà economiche che hanno forti legami con l’Europa, l’Asia o il Sud America, come ad esempio alcune cittadine della North Carolina dove esistono importanti stabilimenti della Bmw tedesca. L’American Airlines sta facendo lo stesso con il Messico del Nord, ad esempio nello Stato di Chihuahua vi sono piccoli centri dove la presenza di aziende americane crea un forte richiesta di voli per specifiche località negli Stati Uniti. E i clienti abbondano perché preferiscono prendere un volo diretto da un aeroporto vicino anziché fare tragitti più lunghi, faticosi e dispendiosi». Che cosa ha comportato per le compagnie aeree servire queste piccole comunità urbane? «Dotarsi di nuovi aerei. Se per i collegamenti con Pechino servono aerei da 300 posti, nel caso delle singole cittadine nella North Carolina o del Messico del Nord bastano 34 posti. Si vola più spesso ma con meno passeggeri. Il risultato di queste ristruttazioni è sotto gli occhi di tutti: a cinque anni dall’impatto negativo dell’11 settembre e nonostante il sensibile aumento del prezzo del greggio tutte le compagnie aeree americane, anche quelle in amministrazione controllata, hanno un saldo di bilancio in attivo». Maurizio Molinari