Nova Il Sole 244 Ore 07/09/2006, pag.1 Marco Magrini, 7 settembre 2006
Nel Limbo il gioco d’azzardo è legale. Nova Il Sole 24 Ore 7 settembre 2006. In teologia, il limbo è il luogo e lo stato in cui si trovano le anime rimaste col solo debito del peccato originale
Nel Limbo il gioco d’azzardo è legale. Nova Il Sole 24 Ore 7 settembre 2006. In teologia, il limbo è il luogo e lo stato in cui si trovano le anime rimaste col solo debito del peccato originale. Nella vita di tutti i giorni, il limbo è una condizione di incertezza. Allora, non si vede cosa c’entri il limbo con la fortuna di Trisha H., che tramite il telefonino ha comprato una Mini Cooper nuova di zecca per 50 dollari e 43 centesimi. Oppure con la buona sorte di Matt C., che con appena otto dollari s’è messo in salotto uno schermo da 42 pollici. L’unica spiegazione possibile è che Limbo - un nuovo servizio a metà fra il web e la telefonia cellulare, al momento attivo solo in America - sta in qualche modo in un confine indistinto: è al tempo stesso un’asta elettronica (sullo stile di eBay) e un sito di scommesse. Capace però, di navigare allegramente dentro ai confini della legalità. Prima bisogna scegliere un’oggetto all’asta, la Mini Cooper ad esempio. Poi si invia un Sms al numero 41414, con scritto "Mini" e un’offerta in centesimi. Quando scade il tempo a disposizione, chi ha fatto l’offerta più bassa in esclusiva, si porta via l’automobile. Mettiamo che ci siano cinque offerte: due da 2 centesimi, una da 3, una da 5 e una da 9. Vince chi ha detto 3, perché è l’offerta più bassa e nessuno ha fatto altrettanto. Geniale no? Limbo - in barba al suo nome - ha un preciso indirizzo: Burlington, California. Se l’è inventato Jonathon Linner, che oggi guida l’azienda da amministratore delegato. Azure Capital Partners e Draper Fisher Jurvetson, due delle maggiori case di venture capital del mondo, hanno messo sul piatto nove milioni di dollari. Tutti insieme, si sono inventati un meccanismo perfetto. La maggior parte delle "partite" sono gratis. Qualcuna costa 99 centesimi a puntata - e chi gioca ne fa mediamente 15 - e per questo viene usato il loot, una moneta virtuale che rende il tutto perfettamente legale. Limbo ha debuttato da pochi mesi, ma ci sono dei giocatori che hanno già fatto più di mille puntate. Ma non è finita qui: un crescente numero di aziende sta pagando per sponsorizzare le partite di Limbo. In questo momento, ci sono in gioco telefonini, iPod, una Ford Mustang Gt e perfino un anno di benzina gratis. Si dice che entro breve, arriverà anche la fornitura annuale di pannolini Pampers: anche la Procter & Gamble vede di buon occhio la pubblicità indiretta che arriva dal Limbo. Pur ricordando che finora gli americani sono stati ben più indietro degli europei nella telefonia cellulare, questa è un’altra storia che si aggiunge alla collezione planetaria di idee geniali - se non addirittura folli - capaci di trasformare il ferro in oro. Volendo, è la matura realizzazione di quel sogno naïf di fine anni 90, quando si pensava che qualsiasi sito web avrebbe macinato ricchezza per il solo motivo di esistere. La parola limbo, dal latino limbum, vuol dire anche bordo, orlo: curiosamente, anche in inglese. Chissà, l’etimologia del gioco che sta infiammando i telefonini americani (dai quali parte solo un quinto degli Sms che circolano per l’etere in Europa) potrebbe venire da qui. Dalla capacità di un business di spuntare dal nulla, da un confine mai visto o inesplorato, e di srotolare nuove frontiere. Nel Limbo, ci sono migliaia di scommettitori da pochi centesimi che fremono nell’attesa del colpo grosso. Solo pochi di loro, come Trisha H., andranno - con un Sms e un pugno di dollari - in paradiso. Marco Magrini