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 2006  settembre 03 Domenica calendario

Schelling: calci di rigore e altri conflitti. Il Sole 24 Ore 3 settembre 2006. Che cosa pensano Zidane e Buffon nel momento in cui il primo sta per battere un calcio di rigore? Nei termini della teoria dei giochi è fin troppo semplice dirlo

Schelling: calci di rigore e altri conflitti. Il Sole 24 Ore 3 settembre 2006. Che cosa pensano Zidane e Buffon nel momento in cui il primo sta per battere un calcio di rigore? Nei termini della teoria dei giochi è fin troppo semplice dirlo. Ognuno cercherà di intuire la mossa dell’altro, magari bluffando, facendo credere cioè, con un gesto impercettibile, di fare l’opposto di ciò che farà. Poi, dopo un veloce calcolo mentale, ognuno deciderà la propria mossa. Siamo in una chiara situazione conflittuale, di quelle nelle quali o si vince o si perde, e se vince uno l’altro perde, non così dissimile a un primo sguardo da quella in cui si trovarono gli esperti della Rand Corporation quando nel dopoguerra il Governo americano chiese loro qual era la strategia più razionale da adottare contro la potenza nucleare avversaria. Non pochi (tra cui il poi noto pacifista Bertrand Russell) sostennero in un primo momento che era l’"attacco preventivo": se gli Usa non avessero attaccato per primi, lo avrebbero fatto i Russi, e sarebbe stata una catastrofe. Per fortuna Truman non diede loro retta e, negli anni della Guerra Fredda, la teoria dei giochi fece passi da gigante. Nel 1960 uscì La strategia del conflitto di Thomas C. Schelling, che nel 2005, a 83 anni, ha vinto il Nobel per l’economia con Robert Aumann. Un vero e proprio classico - è tra i cento libri più influenti dal 1945 a oggi - che vede solo ora la luce in italiano, e che ha contribuito alla comprensione dei meccanismi non solo del conflitto ma anche della cooperazione. La strategia del conflitto, secondo Schelling, non si riferisce a nemici che si odiano e che vogliono l’uno la distruzione dell’altro, ma piuttosto a partner che non si fidano del tutto l’uno dell’altro o sono in disaccordo su alcuni punti. Non stanno facendo un gioco a somma zero come Buffon e Zidane o Usa e Urss come le immaginava Russell, ma entrambi sono alla ricerca di una soluzione che, nonostante tutto, rende possibile capire quali accordi saranno migliori o peggiori di altri per entrambi. "Studiare la strategia del conflitto significa", secondo Schelling, "accettare il presupposto che la maggior parte delle situazioni conflittuali siano essenzialmente situazioni contrattuali. In questo libro egli elabora anche il concetto di "punto focale", poi chiamato "punto di Schelling". Per rendere l’idea, ecco un altro esempio calcistico. Se si segue attentamente una qualunque partita, si noterà che il portiere, quando si trova solo in difesa della porta, viene colpito più spesso di quanto ci si potrebbe ragionevolmente aspettare. Perché? Perché il portiere costituisce un punto prominente nello spazio, che attrae lo sguardo dei calciatori posti di fronte a lui. Per evitare questo effetto, colui che si appresta al tiro deve cercare un punto nello spazio diverso da quello del portiere e assegnargli la stessa centralità. un’idea che Schelling mutuò dallo psicologo gestaltista Kurt Koffka. Tanto per confermare quanto i grandi innovatori poco si curino delle distinzioni disciplinari. Armando Massarenti