Ma. G. Corriere della Sera, 5.9.06, 6 settembre 2006
Sabato scorso i dipendenti pubblici dell’Autorità palestinese hanno proclamato il loro primo sciopero nazionale
Sabato scorso i dipendenti pubblici dell’Autorità palestinese hanno proclamato il loro primo sciopero nazionale. Motivo: in 165 mila non ricevono lo stipendio da sei mesi. Il governo di Haniyeh, dopo il blocco dei finanziamenti europei e americani, non sa come rimediare i soldi per pagarli. Lo sciopero più grave è quello degli insegnanti, che ha impedito la riapertura dell’anno scolastico per 800 mila alunni. A Gaza le strade sono inondate da sacchi di immondizia e il premier Haniyeh, per dare il buon esempio, s’è presentato con la scopa in mano. Si sciopera anche negli ospedali e negli uffici pubblici, 80mila persone in tutto. Secondo il politologo Sattar Kassem, tutto dipende dal «tradimento di Arafat»: «Dagli anni 90 nei territori sono stati persi 250 mila posti di lavoro, commercio e piccola industria. Li ha sostituiti Arafat, creando 100 mila nuovi statali. Una base clientelare pagata dal denaro di Usa e Ue che coprivano quasi tutto il bilancio dell’Autorità. Non ha capito, Arafat, che così si metteva in mano alle potenze straniere che possono aprire o chiudere i rubinetti a loro piacimento».