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 2006  settembre 02 Sabato calendario

Venti minuti di grande cinema. Corriere della Sera 2 settembre 2006. Se 20 minuti di grande cinema vi sembrano pochi rispetto a un film che ne dura 130, andate a vedere World Trade Center, il film di Oliver Stone sull’11 settembre 2001: ieri fuori gara alla Mostra, dal 13 ottobre sugli schermi

Venti minuti di grande cinema. Corriere della Sera 2 settembre 2006. Se 20 minuti di grande cinema vi sembrano pochi rispetto a un film che ne dura 130, andate a vedere World Trade Center, il film di Oliver Stone sull’11 settembre 2001: ieri fuori gara alla Mostra, dal 13 ottobre sugli schermi. Questo incipit, che condensa circa sei ore di quel fatale martedì a partire dalle 3.29 del mattino, è qualcosa che vale da solo il prezzo del biglietto. Sveglia antelucana per il sergente John McLoughlin (un Nicolas Cage più vero del vero), che senza svegliare la moglie e i figlioletti addormentati si avvia dalla sua casa di Goshen al comando della Polizia portuale. Dal canto suo, anche l’oriundo ispano Will Jimeno (Michael Pena) ha lasciato la sposa incinta e la loro bambina a Clifton (New Jersey). Spunta l’alba sulla metropoli che si rimette in movimento. L’appello dei poliziotti è una lista multirazziale, nella quale figurano nomi irlandesi, italiani, greci, messicani e altri, tutti in procinto di salire sull’autobus per la solita routine. Ed ecco che l’ombra di un aereo si staglia fuggevole sui grattacieli, seguita da un gran botto: che sarà stato? Sulle prime nessuno realizza, poi un agente apprende al telefonino la notizia appena diffusa dalla stazione Hot 97: un velivolo è andato a sbattere contro una delle Torri gemelle. Arriva l’ordine di accorrere sul posto: e in un batter d’occhio la squadra si ritrova all’inferno, in mezzo a orde di ustionati, sanguinanti, terrorizzati. Penetrato con i suoi dentro l’edificio vulnerato, visto che i crolli non si fermano e anche la seconda torre è stata colpita, il sergente ordina di rifugiarsi in un corridoio sotterraneo. Sono appena scesi quando gli crolla addosso tutto, molti muoiono subito o dopo atroci agonie e solo John e Will sopravvivono bloccati sotto pesanti macerie senza potersi muovere. Da questo momento il film prende un altro passo, alternando i dialoghi sempre più rantolanti fra i due intrappolati e le scene di strazio nelle famiglie, tanto comprensibili da risultare un po’ ovvie. Un sottufficiale dei marines (Michael Shannon) arriva volontario dalla provincia e sarà lui il deus-ex-machina del salvataggio. A questo umile eroe è affidato il senso del film, che è una tragedia alleviata dall’ottimismo della solidarietà. Pur essendo il più politicizzato fra i cineasti americani, Stone non affronta il tema degli attentatori e delle loro motivazioni; e nel mostrare lo sconcerto dei telespettatori dell’intero pianeta, evita di ricordare che in certi Paesi arabi la catastrofe suscitò applausi. In definitiva la pur palpitante odissea di due sopravvissuti si rivela un contenitore troppo esiguo per un evento che ha provocato 2749 morti, la cui ombra incombe oscura sul lieto fine. Tullio Kezich