La Repubblica 03/09/2006, Pier Paolo Pasolini, 3 settembre 2006
La sottomissione al consumismo [...] L´unico sistema ideologico che ha davvero coinvolto anche le classi dominate è il consumismo perché è l´unico che è arrivato fino in fondo, che dà una certa aggressività perché quest´aggressività è necessaria al consumo
La sottomissione al consumismo [...] L´unico sistema ideologico che ha davvero coinvolto anche le classi dominate è il consumismo perché è l´unico che è arrivato fino in fondo, che dà una certa aggressività perché quest´aggressività è necessaria al consumo. Se uno è puramente sottomesso, segue l´istinto puro della sottomissione come un vecchio contadino che chinava la testa e si rassegnava, cosa sublime come l´eroismo. Adesso questo spirito di rassegnazione, di sottomissione non c´è più, perché altrimenti che consumatore è uno che si rassegna e accetta un suo stato arcaico, retrogrado e inferiore? Deve lottare per elevare il suo stato sociale. «Io chino la testa in nome di Dio» è già una grande frase. Mentre adesso il consumatore non sa affatto chinare la testa, anzi crede stupidamente di inchinarla e avere i suoi diritti. Anzi, è sempre lì a pretendere i suoi diritti, a crederci, invece è un povero cretino. [...] Non credo ci sarà mai un tipo di società in cui l´uomo sia libero. Quindi, è inutile sperarci. Non bisogna mai sperare in niente. La speranza è una cosa orrenda, inventata dai partiti per tener buoni i suoi iscritti. Pier Paolo Pasolini