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 2006  settembre 04 Lunedì calendario

PERISSINOTTO

PERISSINOTTO Alessandro Torino 20 dicembre 1964. Scrittore • «Come tutti gli appassionati di labirinti, Alessandro Perissinotto si diverte a lasciar cadere tracce che potrebbero aiutare o confondere l’avversario – cioè il lettore ”, piccole mappe o biscotti avvelenati. Fin dal titolo del suo romanzo, Al mio giudice, rende omaggio a Lettre à mon juge di Simenon, classicissimo noir claustrofobico non a caso divenuto anche pièce teatrale sotto forma di, inevitabilmente, monologo. Ma a parte le eleganti atmosfere brumose di Simenon il libro dell’italiano non può non far pensare alla ferocia lucida di un altro grande maestro, Jim Thompson, specialmente il Thompson di L’assassino che è in me (gioiello dimenticato e infine meritoriamente riproposto in italiano da Fanucci tre anni fa). Come il monologo del protagonista di L’assassino che è in me – un vice-sceriffo a caccia di un killer che in realtà è egli stesso – anche Al mio giudice è la storia di un killer che racconta il suo delitto. E poiché i tempi tecnologici sono cambiati, Perissinotto si è adattato e ha scelto per il suo assassino una forma letteraria epistolare nuova, quella dell’e-mail. Una novità che ha del clamoroso per la letteratura italiana solitamente così preoccupata dal nuovo, tecnologicamente ma non solo, popolata da troppi personaggi di romanzi che, se fosse per loro, nel 2006 invece di mandare lettere via Internet come facciamo tutti, controllerebbero che ore sono su una meridiana. Quello di Perissinotto è apparentemente un piccolo passo, ma il matrimonio della letteratura di qualità (ha vinto il Grinzane Cavour) con una buona dose di realtà può passare anche attraverso la tecnologia. Tecnologia che l’autore conosce davvero, illustrando nella seconda parte del libro con gusto e abilità i segreti del cyberlaundering, il riciclaggio di denaro via complicati ping-pong telematici tra banche di paradisi fiscali dall’altra parte del mondo. Così Luca Barberis, mago di Internet, si confessa al giudice Giulia Ambrosini davanti allo schermo di un computer, inafferrabile, grazie al talento che gli permette di farsi beffe di lei senza essere rintracciato nei suoi nascondigli. E racconta al suo giudice prima i dettagli del delitto, poi le sue motivazioni, e infine la storia della sua vita. qui che, come ha scritto Masolino D’Amico motivando l’assegnazione del Grinzane Cavour, ”nella confessione del fuggiasco emerge un convincente ritratto di giovane italiano di oggi, alla ricerca del successo tramite una spericolata attività di piccolo imprenditore. La struttura narrativa, basata sulla composita schermaglia telematica fra l’assassino e il magistrato, permette all’autore di creare un continuo gioco di diramazioni, interrogativi, approfondimenti e rilanci”. E nell’ultimo rilancio da giocatore d’azzardo, prima che il libro da corrispondenza elettronica diventi, nelle pagine conclusive, un verbale di tribunale con tanto di omissis, Perissinotto si diverte a regalare ai suoi lettori una citazione che avrebbe fatto piacere a Simenon, ma – siamo nel 2006 – sotto forma di mp3. Una canzone, anche quella in formato digitale, di Jacques Brel. Che strano ascoltarla dalle labbra di un assassino. Racconta del vento che riporterà a terra i corpi senza vita – nello spazio di una e-mail» (Matteo Persivale, ”Corriere della Sera” 3/9/2006).