Libero 01/09/2006, pag.35 Martino Cervo, 1 settembre 2006
Il fu Mattia Veltroni è il Caimano del centrosinistra. Libero 1 settembre 2006. Il Caimano si fa aspettare
Il fu Mattia Veltroni è il Caimano del centrosinistra. Libero 1 settembre 2006. Il Caimano si fa aspettare. Walter Veltroni è l’ultimo ad arrivare alla presentazione del suo libro, ”La scoperta dell’alba”, alla Festa dell’unità di Milano. Sandro Veronesi, che di Veltroni è amico personale, è lì da un po’, con Moni Ovadia, scrittore, regista e autore yiddish di recente candidatura ulivista al consiglio comunale di Milano. Poi arriva Veltroni. La saletta del Festival, una settantina di posti sotto un tendone bianco, è stracolma. Il pubblico si affanna a rubare sedie di plastica dagli stand circostanti per strappare un posto a sedere. Tanti restano in piedi. Il sindaco di Roma, dribblate le polemiche con la Moratti su traffico e immigrazione che qualche cronista prova a dargli in pasto, si schernisce di continuo, dice che lui «non è uno scrittore», che vuol parlare poco perché «è meglio che lo facciano gli altri». Spiega che il libro, nato da un’idea, «la telefonata con me stesso, che mi ronzava dentro da un po’», l’ha scritto nell’agosto del 2005, che ha preferito trascorrere a Roma. Non si è sentito di lasciare la capitale in seguito alla minaccia terroristica del dopo-Londra. E allora, con «la famiglia in vacanza», si è messo lì e l’ha scritto, di getto. Poi l’ha tenuto fermo quasi un anno, perché «c’erano troppe campagne elettorali di mezzo». Ecco, alla fine «non lo sa» perché un politico si metta a scrivere un libro, ma l’ha fatto. Confida che, arrivando a Milano in aereo, ha letto un articolo a proposito di una stella che implodeva, e ha capito che «il tempo è spazio». Dalle stelle a Stella, la figlia Down di Giovanni Astengo, protagonista del suo ”La scoperta dell’alba”, il passo è breve. Stella, spiega, è una ragazza che lui ha conosciuto, così come Lorenzo, il fratello della bimba nel romanzo, che è «uno dei ragazzi con cui sono andato ad Auschwitz o in Mozambico» negli ultimi tempi. Perché il lavoro di sindaco «non è fatto per persone fredde», servono anzi «umanità e fantasia». Moni Ovadia ha parole di elogio, soprattutto per il modo con cui nel romanzo Veltroni affronta il tema degli anni diPiombo. Però a uncerto punto dice che «il merito del terrorismo è far implodere il tempo in un istante di azione», e non si capisce benissimo dove voglia andare a parare. Sandro Veronesi spiega che Veltroni, parlando delle stelle, ha già «esposto la teoria della relatività», secondo cui il tempo e lo spazio «sono curvi». Ecco, Walter Veltroni «ha forzato questa curvatura» con il suo lavoro sulla memoria di Astengo, il suo andare alla scoperta di se stessi. Il Premio Strega parla diun«libro filosofico di impianto e impatto realistico», pieno di quei «simboli che le nostre menti formate non sono più educate a vedere». La sua «tata etiope», invece, che non l’ha ancora letto, lo apprezzerà moltissimo: lei, essendo africana, «non si stupirà del fatto che la verità sia dentro di sé». E poi nella ”scoperta dell’alba” c’è tantissimo Ian McEwan. In particolare per Veronesi è una «trovata geniale» quella dello zio: nel romanzo, Astengo parla al telefono con se stesso da giovane, fingendo di essere suo zio Giorgio. Lì si capisce che «il vero assente non è il padre scomparso, ma lo zio». Veltroni spiega che il suo in fondo altro non è che «un inno contro l’egoismo», poi dice che il terrorismo in Italia è stato un periodo terribile in cui tanta gente, di destra e di sinistra, è morta, e si chiede perché. Dice anche che «il rapporto padre-figlio è qualcosa di essenziale per ciascuno di noi», spesso «una bomba atomica nella nostra vita». Cose vere, apparentemente forse non straordinarie, eppure è straordinario che a dirle sia un politico che fa di tutto per non sembrare tale. La gente annuisce lentamente, convinta. Ci sono tante donne, tutte vanno a farsi autografare la copia fresca del romanzo. Walter ha un sorriso per ciascuno, resiste alle proteste degli organizzatori che lo reclamano, scrive dediche come: «A Clara e Marco, un abbraccio per il vostro domani». Libero prova a chiedergli che effetto gli abbiano fatto i paragoni con Conrad, Pirandello, Borges. «Nessuna reazione, leggo e basta. L’importante è che a ciascuno sia consentito dire ciò che ritiene importante». Uscendo, si ha la certezza che la sinistra abbia il suo Caimano, senza aspettare il 2011. Più affabile, non meno vorace. Martino Cervo