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 2006  agosto 31 Giovedì calendario

La proposta choc di Moser «Liberalizziamo il doping». QN 31 agosto 2006. Come combattere la piaga del doping nel ciclismo? Liberalizzandolo

La proposta choc di Moser «Liberalizziamo il doping». QN 31 agosto 2006. Come combattere la piaga del doping nel ciclismo? Liberalizzandolo. La soluzione-choc arriva nientemeno che da Francesco Moser, l’ex campione iridato (1977) ed ex detentore del record dell’ora (1984 a Città del Messico, seguito dall’équipe del professor Conconi) oggi presidente dell’Associazione mondiale corridori. «Se riusciamo a trovare un modo per mettere tutti sullo stesso piano ”ha detto Moser ai microfoni del Gr del Trentino’è bene fare i controlli, altrimenti forse per il professionismo, se non si riesce a garantire un’eguaglianza, allora la soluzione potrebbe essere quella di liberalizzare il doping. Anche se si lasciasse libero, sarà meglio comunque che i corridori si diano una regolata ». Moser, 55 anni e padre di un figlio ciclista, non si è tirato indietro neanche davanti alla domanda sul pericolo che il doping rappresenta per i giovani. «Nel nostro mondo – ha risposto – di pericoli ce ne sono tantissimi». LAPROPOSTA DI MOSER, che appena una settimana fa si era pronunciato contro i corridori che abusano di certificati medici per assumere sostanze vietate seppure sotto controllo medico, rappresenta una vera e propria svolta nella storia del rapporto fra doping e ciclismo. Un rapporto che rischia di mettere in crisi la credibilità di questo sport: solo per restare agli ultimi due mesi, il vincitore del Tour de France, lo statunitense Floyd Landis ex compagno di squadra di Lance Armstrong (anche lui accusato di aver assunto Epo in occasione della prima delle sue sette vittorie in giallo nel 1999, ndr) è stato trovato positivo al testosterone, mentre Ivan Basso, trionfatore del Giro d’Italia, non ha potuto prender parte alla corsa francese perché implicato in un’inchiesta internazionale sul traffico di doping ed è tuttora sospeso. GLI SCANDALI LEGATI all’uso di sostanze proibite’è bene ricordarlo’non riguardano solo il ciclismo. I recenti casi dei velocisti statunitensi Justin Gatlin e Marion Jones nell’atletica sono lì a dimostrarlo. Anche per questo si fanno sempre più frequenti e autorevoli (perfino il Financial Times) le voci di chi invoca una liberalizzazione del doping nel mondo dello sport professionistico. La prospettiva è inquietante e rischia di riflettersi negativamente su chi’i giovani prima di tutto’cerca di imitare i propri campioni. Ma è la risposta a una legge spietata: lo spettacolo deve continuare. Per forza. Simone Nozzoli