QN 29/08/2006, pag.36 Roberto Giardina, 29 agosto 2006
Boss, mogli, segretarie E la Germania trema. QN 29 agosto 2006. Berlino. In questa estate torrida, la più calda del secolo, un libro provoca gli unici brividi freddi ai manager tedeschi
Boss, mogli, segretarie E la Germania trema. QN 29 agosto 2006. Berlino. In questa estate torrida, la più calda del secolo, un libro provoca gli unici brividi freddi ai manager tedeschi. E domani lo uccido, è il titolo eloquente, ma non lo ha scritto un killer della mafia, la nostrana o quella russa. Sono le memorie di una segretaria di direzione, Und morgen bring ich ihn um, uscito dalla Eichorn Verlag (14,90 euro). L’AUTRICE si nasconde prudentemente dietro uno pseudonimo, ma per i boss di Francoforte e Monaco di Baviera, non è difficile intuire chi si cela dietro il nome di Katharina Münck, 42 anni, di cui 18 trascorsi a servire caffé ai suoi capi, a scrivere lettere, sbrigare telefonate, esaudire i più minuti desideri, anzi anticiparli, prima ancor che «lui» li esprima. E Katharina svela anche le confidenze delle sue colleghe. Di pettegolezzo in pettegolezzo, consuma la sua vendetta privata. I manager sanno di chi parla. E anche le loro mogli. Un destino comune a tutte le segretarie, in ogni paese. Tuttavia, le Sekretärinnen sono forse le piú potenti, e le piú abili. Per decenni la donna piú importante di Germania fu Frau Juliane Weber, un nome sconosciuto per milioni di tedeschi, ma che incuteva timore a politici di Bonn, dai ministri agli imprenditori. Era la segreteria di Helmut Kohl, il corpulento Cancelliere della riunificazione, fin dal 1964, quando il capo era un giovane rampante di provincia, nella Renania-Palatinato. Lo seguí nella capitale provvisoria sul Reno: deputato, ministro, infine Bundeskanzler. Bonn non é Washington e la vita privata dei politici non fa perdere o guadagnare voti, ma è una cittadina di provincia e tutti sapevano tutto, anche se nessuno osava scriverlo. La segretaria Juliane seguí il capo a Berlino, la moglie rimase in provincia. Frau Hannelore si uccise nel 2001. Frau Weber, come la segretaria di Craxi, fu chiamata a testimoniare in tribunale quando scoppió lo scandalo dei conti neri di Kohl. Non tradí il capo, e salvò l’onore suo, e delle colleghe: fu cosí intelligente da riuscire ad apparire ingenua. UNA QUALIT fondamentale per una buona segretaria, avverte Katharina Münck. «Più i capi diventano importanti, più fanno carriera, e piú diventano nevrotici, insicuri, infantili», scrive. Il compito di una segretaria è di sopportarli, e di proteggerli da se stessi. Senza che se ne rendano conto. Si vive in simbiosi con il capo, anzi si sopravvive, per uno stipendio che al massino arriva a 60mila euro all’anno. Molto? La segretaria è sempre quella che guadagna meno tra quelli che lavorano al piano della direzione. Le segretarie di Germania soffrono in silenzio i capricci dei capi, conoscono i loro segreti, quelli aziendali, e quelli intimi, prenotano per loro camere doppie e chiedono discretamente agli hotel un conto per «una singola», mandano fiori all’amante, anche quando lui ha dimenticato la ricorrenza, e li mandano anche alle mogli, trovano il posto all’asilo per il rampollo, e prenotano in aereo il posto desiderato. Poi lui si lamenta persino se il volo era «troppo affollato». Se va tutto bene è normale, per il resto la colpa è sempre della segretaria. Qualcuna viene premiata, ricorda l’autrice. Lydia Deininger era la segretaria di Jürgen Schrempp, il grande capo della Daimler, una minuscola ragazza bruna, devota e efficiente. Arrivava ad accendere una Marlboro e a mettergliela tra le labbra a uno schiocco della sue dita. Nel ”95, il capo bevve una bottiglia di Chianti di troppo sulla scalinata di Trinità dei Monti, e se la prese in spalla come una preda di guerra. Poi ebbe da dire con i poco galanti poliziotti italiani, e finì in questura. La foto di Lydia invece finì in prima pagina, sui giornali scandalistici. Divorzio per Schrempp e nuovo matrimonio con la segretaria devota: lui 56 anni, lei 36. Friedbert Pflüger, polico in ascesa della CDU, ha sposato la segretaria Sibylle Hellmayr. In un certo senso, anche Frau Bundeskanzlerin, la signora Angela Merkel, iniziò la carriera come assistente di Lothar de Maiziére, l’ultimo primo ministro della Germania Est. Liz Mohn non era una segretaria, ma una semplice telefonista, ed oggi dirige la Bertelsmann, la più grande casa editrice al mondo. FRIEDEL NON ERA la segretaria ma la bambinaia di Axel Springer, lo sposò, rimase vedova, ed oggi ha salvato l’impero editoriale del marito, rispettando il suo testamento spirituale. Johanna Bruhn era la segretaria di Herr Herbert Quandt. Divenne indispensabile, e lo sposó nel 1960, a 31 anni. Oggi, vedova, é l’azionista di maggioranza della BMW ed una delle donne piú ricche del mondo. La segretaria é l’ultima schiava del mondo moderno, una lavoratrice senza orario, senza vita privata, sempre pronta a preparare il caffé e capace di chiedere un appuntamento al primo ministro. Ma per essere un’ottima schiava bisogna essere una padrona perfetta. Purché lui non lo capisca. Roberto Giardina