La Stampa 29/08/2006, pag.11 Natascha Kampusch, 29 agosto 2006
«E ora sono in lutto per Wolfgang». La Stampa 29 agosto 2006. «Gentili giornalisti, gentili reporter, gentile opinione pubblica mondiale, sono perfettamente consapevole dell’impressione forte che gli eventi degli ultimi giorni debbano aver fatto su di voi
«E ora sono in lutto per Wolfgang». La Stampa 29 agosto 2006. «Gentili giornalisti, gentili reporter, gentile opinione pubblica mondiale, sono perfettamente consapevole dell’impressione forte che gli eventi degli ultimi giorni debbano aver fatto su di voi. Posso immaginarmi bene, quanto spaventato e inquietante sia il pensiero che una cosa del genere sia possibile. Inoltre sono consapevole che nutriate una curiosità nei miei confronti e che naturalmente vogliate sapere dettagli più precisi sulle circostanze in cui ho vissuto. Voglio però fin d’ora assicurarvi che non risponderò a nessuna domanda su dettagli intimi e personali. Perseguirò legalmente e con fermezza qualsiasi violazione della mia privacy. Sono diventata crescendo una giovane donna con interesse alla cultura e ai bisogni umani. Il mio spazio vitale: la mia stanza era sufficientemente ammobiliata, è stata la mia stanza e non è destinata a essere aperta al pubblico. La quotidianità è stata molto regolare, spesso c’era una colazione insieme perchè lui la maggior parte del tempo non lavorava, pulizie della casa, leggere, guardare la tv, chiacchierare, cucinare. Questa è stata la quotidianità per anni. Tutto connotato con la paura della solitudine. Sul rapporto: non era il mio padrone, era egualmente forte, ma parlando simbolicamente mi ha portato sulle mani e mi ha calpestato con i piedi. Ma lui (e questo lo sapeva sia lui che io) ha scelto il confronto con la persona sbagliata. Ha fatto il sequestro da solo, tutto era già preparato, infine abbiamo preparato la stanza per me che non era soltanto un metro e sessanta di altezza, e poi io non ho pianto dopo la fuga. Non c’era motivo per piangere. Ai miei occhi la sua morte non sarebbe stata necessaria, ci sarebbe stata sicuramente una punizione ma non la fine del mondo. Lui era parte della mia vita, per questo in qualche modo sono in lutto per lui. E’ naturalmente vero che la mia gioventù è diversa da quella di tanti altri. Ma in linea di principio ho la sensazione di non aver perso niente. Mi sono risparmiata tante cose: non ho cominciato a fumare, non bevo, non ho falsi amici. Messaggio ai media: l’unica cosa che la stampa mi deve risparmiare sono le continue diffamazioni della mia persona, le interpretazioni false o errate, e la mancanza di rispetto. Attualmente nel posto in cui mi trovo sto bene, mi sento a mio agio, forse un po’ iperprotetta, ma ho deciso di avere solo contatti telefonici con la mia famiglia. Deciderò io stessa quando entrare in contatto con i giornalisti. Sulla fuga: quando dovevo pulire la macchina - passare l’aspirapolvere - lui si è allontanato mentre c’era il fragore dell’aspirapolvere. Questa era la mia occasione. Ho semplicemente lasciato acceso l’aspirapolvere. Inoltre non l’ho mai chiamato padrone anche se lui lo desiderava. Penso che lui lo desiderasse ma non lo pensava seriamente. Sugli avvocati e i medici: ho un avvocato di fiducia che regola tutte le vicende giuridiche con me, l’avvocato per minorenni Monica Pinteritz è la mia persona di fiducia. Con il dottor Friedrich e il dottor Berger posso parlare molto bene. Il team del signor Fruestuck è stato molto buono con me, mi ha trattato bene. Gli porgo un caro saluto, devo dire che sono stati un po’ curiosi, ma in questo caso è il loro mestiere. Sull’intimità: tutti vogliono pormi domande intime, ma non sono affari di nessuno, forse un giorno lo racconterò a un terapeuta o a qualcuno, quando ne sentirò il bisogno, ma forse mai. L’intimità appartiene solo a me. Signor H. (l’amico di Priklopil) che gli ha dato un passaggio in macchina poco prima del suo suicidio. Questo è il mio messaggio: non si deve sentire in colpa. Non ha nessuna responsabilità. Buttarsi sotto il treno è stata una decisione di Wolfgang. Alla madre di Wolfgang mi lega compassione. Posso immaginarmi la sua situazione sia emotivamente che razionalmente. Io e noi due pensiamo a lui. Vorrei inoltre ringraziare tutte quelle persone che hanno così partecipato al mio destino. Per favore lasciatemi in pace per i prossimi tempi. Il dottor Friedrich lo spiegherà con questa dichiarazione. Tante persone si prendono cura di me, lasciatemi tempo fino al momento in cui potrò raccontare da sola. Natascha Kampusch