Giorgio D. Frankel, Il Sole 24 Ore 28/8/2006, 28 agosto 2006
Da quando è nato l’euro ha rafforzato il suo ruolo internazionale, tanto da essere alla pari se non in vantaggio con il dollaro nelle emissioni obbligazionarie
Da quando è nato l’euro ha rafforzato il suo ruolo internazionale, tanto da essere alla pari se non in vantaggio con il dollaro nelle emissioni obbligazionarie. Ma negli altri impieghi, anche se in crescita, rimane sempre al secondo posto: rappresentava, ad esempio, il 17,9% delle riserve ufficiali mondiali al 1 gennaio del 2000 (il dollaro era al 70,9%, la sterlina al 2,9%, lo yen al 6,3%, le altre valute al 2%) ed è passato, al 1 aprile del 2006 al 24,8% (contro il 66,3% del dollaro, il 4% della sterlina, il 3,4% dello yen e l’1,5% delle altre valute) (Fonte: Fmi Cofer). L’euro è una valuta di riferimento per il cambio di circa 35 monete ma una storica svolta potrebbe venire dall’ingresso della Gran Bretagna. Ma il destino dell’euro dipende anche dalle mosse dei paesi asiatici. La Cina ha infatti slegato la sua valuta dal dollaro. Il processo per cui una moneta nazionale acquisisce un ruolo internazionale nasce comunque dalla fiducia del mercato. Ma, se da un lato la potenza Usa pare in declino e l’euro si pone come valida alternativa al dollaro, dall’altro gli assestamenti monetari sono di solito lenti e soggetti a una notevole forza d’inerzia: la sterlina restò la principale moneta mondiale ancora 50 anni dopo che l’economia britannica fu superata da quella Usa.