Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  agosto 28 Lunedì calendario

A colazione con Ugo La Malfa - 22 settembre 1968 A colazione da Montanelli. Arrivo in ritardo e davanti all’ascensore incontro Mario Praz, inglesista illustre, esteta raffinato e uomo d’immensa erudizione

A colazione con Ugo La Malfa - 22 settembre 1968 A colazione da Montanelli. Arrivo in ritardo e davanti all’ascensore incontro Mario Praz, inglesista illustre, esteta raffinato e uomo d’immensa erudizione. Piccolo di statura, i lineamenti piuttosto sgraziati, ha fama di iettatore. Ma uno iettatore che non fa danni irreparabili. La sua specialità sono gli impianti elettrici. E me ne dà subito un assaggio: un sensore si arresta, fra il primo e il secondo piano. Suono l’allarme, arriva il portiere che scende in cantina e, dopo qualche minuto, rimette in moto. A tavola, il professore e il segretario repubblicano La Malfa si contendono il pallino della conversazione. Quello che interessa a Praz non interessa a La Malfa; quello che interessa a La Malfa non interessa a Praz. Montanelli ed io non apriamo bocca, ma ci divertiamo. Alle tre, dopo il caffè, mi alzo per fare una telefonata, ma l’apparecchio è muto. Nello studio di Indro ce n’è un altro. Lo raggiungo, ma anche questo non dà segni di vita. Alle tre, Praz se ne va e io riprovo. E’ tornata la linea. Non aveva torto il ”Puzzone” quando diceva: ”Temo più uno iettatore di un antifascista”. Meglio La Malfa del Professore. Soprattutto se devi telefonare. Roberto Gervaso