La Stampa 27/08/2006, Maurizio Molinari, 27 agosto 2006
Nel Vermont una città per nudisti. La Stampa 27 Agosto 2006. Tutto è iniziato in una bella giornata di gennaio, quando una ragazza sulla Main Street si è messa seni al vento per emulare i coetanei maschi che si trovavano a petto nudo per approfittare dell’insolita abbondanza di raggi solari
Nel Vermont una città per nudisti. La Stampa 27 Agosto 2006. Tutto è iniziato in una bella giornata di gennaio, quando una ragazza sulla Main Street si è messa seni al vento per emulare i coetanei maschi che si trovavano a petto nudo per approfittare dell’insolita abbondanza di raggi solari. La moda di togliersi i vestiti si è rivelata contagiosa fra gli adolescenti e con l’arrivo della primavera in poche settimane ragazzi e ragazze completamente nudi hanno incominciato a girare in bicicletta, andare sullo skateboard, partecipare a gare di hula-hoop ed affollare gli eventi musicali dei Brat Fest, un gruppo locale molto popolare. Con l’estate, la moda è diventata quasi un fenomeno di massa e la piccola Brattleboro - 13 mila abitanti in un angolo del Vermont - si è trasformata da curiosità di costume locale in meta di pellegrinaggio per chiunque desideri vivere la propria quotidianità senza abiti. Il tutto è possibile grazie alle leggi dello Stato del Vermont - considerato da sociologi e politologi il più liberal d’America - che non mettono al bando la nudità pubblica, limitandosi a porre come condizione che non favorisca in alcuna maniera l’«eccitamento sessuale». Togliersi gli abiti, insomma, è una libera scelta, a patto dunque che non comporti atti o pratiche sessuali in pubblico. Alcuni Comuni del Vermont hanno deciso di porre rimedio al vulnus legislativo emanando singole disposizioni amministrative, ma Brattleboro se ne è ben guardato, confermando la liberalità di un pedigree amministrativo che vanta anche la celebrazione della prima unione civile fra omosessuali degli interi Stati Uniti. Maurizio Molinari