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 2006  agosto 28 Lunedì calendario

FUNES José Gabriel.

FUNES José Gabriel. Nato a Cordoba (Argentina) il 31 gennaio 1963. Astronomo. Dal 2006 direttore della Specola Vaticana. «[...] si laurea in astronomia, dopo un dottorato di ricerca molto formativo a Padova nell’équipe di Francesco Bertola, passa alla Specola Vaticana con Coyne, per un lavoro di grande impegno. professore nel dipartimento di astronomia dell’Università dell’Arizona a Tucson, diretto da Coyne, dove fa ricerca il gruppo dei gesuiti della Specola. (Da quando non è più possibile, per l’inquinamento luminoso, usare gli strumenti dell’osservatorio di Castelgandolfo, l’équipe lavora buona parte dell’anno in Arizona, all’università di Tucson e con il nuovo telescopio sul monte Graham a 3500 metri di altezza). [...] Quali sono oggi campi più appassionanti dell’astronomia? ”Le dirò quelli che appassionano me. Per esempio lo studio delle stelle binarie, eclissanti: una gira attorno all’altra, noi con il telescopio ne vediamo solo una ma ci accorgiamo dell’esistenza dell’altra osservando come varia la luce della stella che possiamo vedere. E poi le galassie. Queste sono fatte di gas, stelle, materia oscura, polvere. Misurando la velocità con cui i gas ruotano attorno al centro delle galassie, siamo stati in grado di accertare in quali galassie si potrebbero trovare buchi neri”. Quali gli obiettivi della vostra ricerca? ’Prima di tutto i sistemi stellari con pianeti che girano attorno al loro sole e potrebbero presentare condizioni favorevoli alla presenza e allo sviluppo della vita. La ricerca di astrobiologia vale anche nel nostro sistema solare; per esempio ora è evidente che c’è stata acqua su Marte e probabilmente su una delle lune di Saturno. L’interesse per l’esistenza di forme di vita anche molto primitive è sempre molto vivo. Finora non abbiamo trovato alcuna prova ma si continua a cercare. Dedichiamo attenzione anche ai pianeti piccoli o nani, come Plutone, a pianeti o ’oggetti’ che si trovano al di là dell’orbita di Nettuno o transnettuniani, ai confini del sistema solare [...] Con le leggi fisiche che conosciamo, si può ricostruirne la storia fino a quando erano passati, dall’istante del Big Bang, 10 alla meno 43 secondi, cioè un numero di secondi pari a 0 seguìto da 42 zeri e poi uno. Ci mancano le leggi fisiche per andare oltre quell’istante. Abbiamo bisogno anche di una grande tecnologia [...]”» (Luigi Dell’Aglio, ”Avvenire” 26/8/2006).