Massimo Gramellini, La Stampa 25/8/2006, pagina 1, 25 agosto 2006
La Stampa, venerdì 25 agosto Il declino americano si comincia a vedere anche nelle piccole, grandissime cose
La Stampa, venerdì 25 agosto Il declino americano si comincia a vedere anche nelle piccole, grandissime cose. Quelli che erano i padroni incontrastati della Terra ora non riescono più a farsi rispettare neppure nell’iperspazio. Una congiura planetaria di astronomi non allineati e neanche troppo segretamente filoarabi ha retrocesso in serie B l’unico pezzetto di sistema solare scoperto dagli Usa. Plutone. Pluto, per gli amici. Dei nove pianeti il meno noto, il più piccolo e il più lontano, con quel nome da dio degli inferi e da cane di Topolino. Però lo aveva pur sempre trovato uno di loro, un astronomo bostoniano di quelli che pronunciano le vocali come colpi di karate, e gli yankee ci si erano affezionati. Invece il voto del parlamento mondiale degli scienziati li ha messi in minoranza, derubricando Plutone a «pianeta nano», in compagnia di tre Mastella della galassia: gli asteroidi Cerere, Caronte e Xena. Un danno evidente per tutte le famiglie del globo terracqueo, costrette a buttare al macero milioni di atlanti e di sussidiari. Ma un’umiliazione autentica per il popolo della Nasa, degli Shuttle, dell’allunaggio vero o truccato, dei progetti di colonizzazione stellare alla Star Trek. Il declassamento è avvenuto con quel metodo democratico che da Baghdad in poi non produce più i risultati sperati. Il raglio della globalizzazione sale così fino in cielo: i pianeti più piccoli non sopravvivono e poiché, a differenza delle banche, non possono fondersi fra loro, sono condannati a precipitare in un buco nero. Quanto ai poveri americani deplutonizzati, non gli resta che ricorrere al Tar. Massimo Gramellini