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 2006  agosto 24 Giovedì calendario

Inventare una malattia, un modo per fare soldi. La Stampa, giovedì 24 agosto In inglese si chiama «diseases mongering», o mercantilizzazione delle malattie, il frutto avvelenato delle conquiste della medicina occidentale, prigioniera dei suoi stessi successi

Inventare una malattia, un modo per fare soldi. La Stampa, giovedì 24 agosto In inglese si chiama «diseases mongering», o mercantilizzazione delle malattie, il frutto avvelenato delle conquiste della medicina occidentale, prigioniera dei suoi stessi successi. Si tratta di un fenomeno che consiste nell’ampliare il mercato di un farmaco, utilizzando la capacità di convincere la gente d’essere malata e spingendola ad esprimere il bisogno di essere curata. Un impressionante inventario dei metodi cui fanno ricorso i grandi gruppi industriali, a livello mondiale, si trova in un libro - «Gli inventori delle malattie» (Ed. Lindau) - scritto da un giornalista scientifico tedesco, Jörg Blech. Il suo è un implacabile J’accuse nei confronti della medicina moderna. I mezzi e i poteri dei colossi farmaceutici - disposti a finanziare le ricerche su nuovi quadri clinici - è tale, a fronte anche della fluidità del concetto di malattia (e di salute) - da arruolare ogni giorno nuovi individui nelle file dei consumatori di farmaci. Dal jet leg alla fobia nei confronti degli altri, alla dipendenza da Internet, le nuove sindromi non si contano più. Ultime, quelle dell’«insonnia del turno di notte», della «tigre in gabbia», «del colon irritabile». L’abilità degli inventori di malattie - aiutati da uffici di pubbliche relazioni e agenzie pubblicitarie - fa concorrenza a quella dei mercanti di cui si diceva che erano capaci di «vendere i vasi a Samo»: ecco dunque comparire la «depressione del paradiso» che minaccerebbe, pare, i pensionati di Maiorca, che così hanno la loro dose di stress. Sui luoghi di villeggiatura sarebbe in agguato la «flessure sickness», malattia del tempo libero, con tanto di sintomi. Al momento è allo studio una nuova sindrome «female sexual dysfunction», disfunzione sessuale femminile, da cui l’industria farmaceutica si aspetta di ripetere il miracoloso raccolto prodotto del Viagra, che non ha precedenti nella storia dei farmaci. Intanto, indagini demoscopiche e articoli sui media parlano del «lento calo della produzione di ormoni maschili» legati alla «menopausa maschile» (Aging Male Sindrome), che di certo dovrà essere curata. La strategia Insomma «ogni persona sana è un malato che non sa ancora di esserlo», come diceva il giovane e ambizioso medico protagonista del celebre dramma di Jules Romains «Knock o il trionfo della medicina», scritto dopo la Grande guerra, al culmine dei trionfi della batteriologia. Non per niente Blech lo ha scelto come un apologo per l’incipit del suo libro. Arrivato nel paese di Saint Maurice per sostituire l’anziano collega, il dott. Knock apprende che la popolazione di quel salubre dipartimento è in ottima salute e diserta l’ambulatorio, cosa che di certo non giova alle entrate del medico condotto. Come fare per indurre i robusti paesani a richiedere assistenza, se non convincendoli di essere malati o in pericolo di diventarlo? Eccolo dunque indottrinare il farmacista e il maestro perché collaborino al piano di educazione sanitaria. Gli spensierati abitanti, ad esempio, non si davano alcun pensiero di quegli invisibili nemici che erano i microrganismi. Bisognava persuaderli che bastava un sorso d’acqua per introdurre nell’apparato digerente miliardi di germi, pronti ad aggredire e a produrre malattie. Il passo successivo è di incaricare il banditore di convocare la popolazione per una visita gratuita, allo scopo di metterla in guardia sulla pericolosa diffusione «di malattie di ogni specie» che si andavano diffondendo nella zona. Interrogando abilmente i paesani e approfittando astutamente della loro buona fede, riesce a trovare in ciascuno di loro qualche vaga sensazione di malessere, subito elevata a sintomo, cui fa corrispondere improbabili e confusi quadri patologici. Dopo qualche tempo, la strategia comincia a dare frutti: la gente richiede continua assistenza, l’osteria si trasforma in un ospedale-laboratorio dove affluiscono urine ed escreati per le analisi. Ormai ricco, come il farmacista, il dottor Knock è soddisfatto: il suo successo di medico è tale che quasi nessun abitante è sano. Una satira feroce delle conquiste e delle ambizioni della medicina che decretò lo straordinario successo del dramma (da cui sono stati tratti diversi film), replicato 1400 volte. Un villaggio globale Dal piccolo villaggio francese al villaggio globale: Blech mostra come lavorano i tanti Knock del nostro tempo, aiutati da «banditori», «farmacisti» e «maestri», in altre parole ricercatori, istituti di indagini demoscopiche, uffici di relazioni pubbliche, agenzie pubblicitarie, opinion leaders inseriti nei posti chiave, circuiti mediatici che rilanciano le notizie delle agenzie. Sovvertendo la logica che i farmaci dovrebbero rispondere all’esigenza di curare le malattie, essi le inventano ad hoc per creare la domanda di medicinali. Non è difficile, come dimostra la medicalizzazione esasperata dei normali processi della vita (gravidanza, parto, menopausa, invecchiamento, ecc. ), o quella del continuo abbassamento delle soglie di normalità di vari parametri biologici come la pressione arteriosa, il colesterolo, la glicemia, col risultato di trasformare in «malati» bisognosi di trattamenti. Di qui le «non malattie» denunciate qualche tempo fa dal «British Medical Journal». «L’aumento delle diagnosi nei Paesi industrializzati ha assunto dimensioni grottesche», scrive Blech. I medici dicono di aver individuato nell’homo sapiens l’esistenza di circa 40mila differenti malattie, sindromi e disturbi. Che dire? Dalla malattia alle malattie. Il passo è lungo e comincia col mito di Pandora, spinta dalla sua divorante curiosità - racconta Esiodo - a sollevare il coperchio del vaso di terracotta approntato da Zeus, lasciando le malattie libere di diffondersi per il mondo e di moltiplicarsi, non per intervento degli dei, ma (anche) per colpa degli uomini. Eugenia Tognotti