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 2006  agosto 24 Giovedì calendario

PROCESI

PROCESI Claudio Roma 31 marzo 1941. Matematico. «[...] è salito ai vertici dell’International Mathematical Union, l’organizzazione che riunisce le associazioni nazionali dei matematici di tutto il mondo. Claudio Procesi, professore ordinario presso il Dipartimento di Matematica de ”La Sapienza” a Roma, è stato infatti eletto vicepresidente dell’Imu che è una sorta di Onu della matematica, è responsabile dell’assegnazione delle medaglie Fields (i ”Nobel della matematica”) e della organizzazione dell’International Congress of Mathematicians. Fondata nel 1920, sciolta nel ’32 e rifondata nel ’51, l’Imu da allora è cresciuta sino a comprendere una settantina di nazioni suddivise in cinque gruppi di cui il quinto raccoglie i paesi con il più alto grado di sviluppo nelle scienze matematiche. L’Italia è entrata a far parte di questo ”drappello scelto” negli anni 90. E adesso arriva la vicepresidenza a Procesi. Nato a Roma, dove si è laureato nel 1963 alla ”Sapienza” con una tesi presentata da Beniamino Segre, Procesi ha continuato i suoi studi a Chicago con Herstein conseguendo il dottorato nel 1966. Dopo un periodo passato tra Roma, Lecce e Pisa, è tornato a Roma come professore ordinario di algebra al Dipartimento di Matematica della Sapienza. [...] è stato eletto Vicepresidente dell’International Mathematical Union [...] ”Essenzialmente di aiuto al presidente nelle varie iniziative dell’Imu. Spero però di dare qualche contributo personale specialmente per aiutare lo sviluppo della matematica nei paesi emergenti e per ottenere fondi a questo scopo [...] Ci sono molti modi di utilizzare una professionalità da matematico ed è molto importante capire quale sia la propria vocazione: Si può insegnare, fare ricerca oppure lavorare alle applicazioni o semplicemente utilizzare la formazione scientifica che fornisce un curriculum in matematica come pura formazione metodologica. Ciascuna di queste attività richiede attitudini e competenze differenti. Naturalmente bisogna avere un interesse intellettuale per questa disciplina, altrimenti è meglio fare un’altra scelta [...] Quando ho conseguito il dottorato nel 1966, mi fu fatta un’ottima offerta di lavoro a Roma, secondo una mia bizzarra valutazione con lo stipendio di un mese di allora potevo comperare 1000 pizze, attualmente dopo una carriera eccellente il mio stipendio equivale a circa 700 pizze! Inoltre alla fine degli anni 60 l’Italia era in un periodo di grande fermento intellettuale, di grandi trasformazioni e grandi promesse. Non sono affatto sicuro che oggi farei la stessa scelta. Io credo che attualmente un giovane brillante debba avere veramente delle fortissime motivazioni personali per decidere di restare in Italia perché la situazione, almeno dal punto di vista finanziario e della carriera è notevolmente peggiorata, anche se dal punto di vista della qualità scientifica è molto migliorata”» (Francesco Vaccarino, ”Il Messaggero” 23/8/2006).