Paolo Conti, Corriere della Sera 23/8/2006, pagina 20., 23 agosto 2006
Dubbi sulla fede? I preti rispondono online. Corriere della Sera, mercoledì 23 agosto Roma. «Piccola precisazione», si legge a un certo punto a scanso di equivoci: «Inviare un messaggio a un prete on-line non equivale a confessarsi
Dubbi sulla fede? I preti rispondono online. Corriere della Sera, mercoledì 23 agosto Roma. «Piccola precisazione», si legge a un certo punto a scanso di equivoci: «Inviare un messaggio a un prete on-line non equivale a confessarsi. La confessione on-line non esiste nel modo più assoluto». Bisogna essere chiari al limite della brutalità. Perché www.pretionline.it, nell’era di Internet, può prestare il fianco a qualche dubbio cyber-teologico. Tra i diecimila siti cattolici attivi in rete (Giovanni Paolo II definì nel 2002 «la nuova frontiera per annunciare il messaggio evangelico») questo dei preti on line ha una caratteristica forse unica: attraverso i messaggi leggibili da chiunque è possibile «viaggiare» tra i quesiti dei fedeli di oggi, i dubbi dei cattolici del nuovo millennio che si confrontano con una contemporaneità sempre più lontana dai valori cristiani. La regola di www.pretionline.it è chiara: solo i mille sacerdoti collegati in rete (i più numerosi sono i lombardi, ben 138, contro gli 88 laziali) e iscritti al sito possono rispondere alle domande, in modo assolutamente riservato. Niente «chat», insomma, per espressa decisione del curatore don Giovanni Benvenuto (parroco a Genova) e del suo collaboratore don Giovanni Falgari (parroco a Vaud, in Svizzera). Ma il sistema funziona, visto che i contatti ormai hanno superato quota 600 mila. E basta leggere con attenzione i messaggi arrivati tra giugno, luglio e agosto per imbattersi in interrogativi e angosce. C’è spazio anche per le proteste. Felice di Lauro: «Sono indignato dalla notizia che il Vaticano abbia obbligato i vescovi a non denunciare pubblicamente e alla magistratura gli abusi sessuali da parte dei preti nei confronti dei minori...vi sembra giusto?» Ma la gran mole del materiale riguarda la tematica sessuale, sentimentale, dei rapporti interpersonali. Tony racconta di essere attratto fisicamente dalla fidanzata e chiede: «Essendoci amore e quindi non usando il corpo come un semplice oggetto sessuale, subentra egualmente il peccato? Come dovrei vivere in "purezza" i miei momenti di intimità?» Deby è una giovane donna sposata con tre figli: «Volevo sapere se è un peccato avere voglia, cioè desiderare il proprio marito senza avere limiti... Vorrei sapere poi se è un peccato usare precauzioni per non rimanere incinta, ai tempi d’oggi mamme come me che a 23 anni hanno 3 figli non sono "normali"...» Un giovane Tommaso G. racconta la propria storia. Dopo anni di rapporti sentimentali «mordi e fuggi con ragazze bellissime» ha incontrato una ragazza «con cui c’è un feeling mentale bellissimo, abbiamo gli stessi valori». C’è un «ma» non secondario: «Dal punto di vista fisico non rientra esattamente nei miei canoni personali. Non vorrei che questo "gap" possa incrinare la storia... a volte i malumori dell’anima fanno fatica a risolversi da soli, per questo chiedo lumi». Il comparto dei separati e dei divorziati in grave difficoltà è vastissimo. Scrive A.F. da Benevento: «Io so che chi è divorziato e risposato viene scomunicato e quindi viene allontanato dai sacramenti. Ma conosco molte persone che pur essendo risposate accedono tranquillamente all’eucarestia. Amministrata a queste persone è valida?». Angela chiede: «Ma la Chiesa scomunica davvero i divorziati- risposati? So che non possono accedere all’eucarestia ma cosa accade rispetto al- l’estrema unzione?» Cinzia Marini incalza: «Ma perché i divorziati che non possono ricorrere alla Sacra Rota e ora convivono, pur avendo una fede enorme trovata in periodo di malattia, non possono avere l’assoluzione in confessione, almeno quella dei peccati generici e non per la convivenza?» Nik apre la questione gay: «Sono un omosessuale che crede in Dio, prega, frequenta e svolge vari servizi in chiesa ma tutto ciò non fa che acuire il mio stato di prostrazione. Mi sento profondamente solo, anche se so che Dio non ci abbandona». Invece la richiesta di tale M. è più insistente e particolareggiata: «Perché coloro che sono omosessuali e non praticano l’omosessualità non possono essere ammessi in seminario? Il gay casto e morigerato non è lo stessa cosa dell’etero casto? Per accedere a quegli studi non sono richieste altre prerogative come umiltà, carità, dedizione e servizio nell’adempimento dei doveri del Signore?». Ma poiché il mondo cattolico è vario quanto quello laico, ecco altre domande assai eterogenee. Annamaria: «Vivo in provincia di Latina, da un anno ho molto bisogno di ricevere benedizioni esorcistiche (mi sono rivolta a padre Amorth, a padre Roberto Basilico a Isernia), ora mi trasferisco a Firenze per iniziare una nuova vita. Sapreste indicarmi persone che lì possano aiutarmi?» Cristina Olmi: «Ma perché il ruolo dei preti è affidato solo agli uomini?» Daniele Bernini: «Qual è la posizione della Chiesa nei confronti dei contratti prematrimoniali?» Franco: «Dove vivono i preti? Quanto guadagnano? Hanno diritto a ferie e pensione? Firmano un contratto con la Curia?» Poi Aurora, un nome che è un destino, con i suoi sedici anni si sofferma sul problema dei problemi: «Esiste la felicità? Non dico che non ci siano momenti felici... ma cosa sono alcuni sprazzi di felicità paragonati a una vita di sofferenza?». Già. Incantevole domanda. Chissà cosa le ha risposto il prete on line. Paolo Conti