La Repubblica 19/04/2006, pag.20 Giorgio Visintini, 19 aprile 2006
Confessioni di un sondaggista pentito. La Repubblica 19 aprile 2006. Caro Augias, sono un anziano sondaggista, ho fondato la Abacus dove ho avuto il piacere di lavorare con Nando Pagnoncelli
Confessioni di un sondaggista pentito. La Repubblica 19 aprile 2006. Caro Augias, sono un anziano sondaggista, ho fondato la Abacus dove ho avuto il piacere di lavorare con Nando Pagnoncelli. Il fenomeno della sottostima di alcune forze politiche nelle intenzioni di voto ha radici lontane. La percentuale di coloro che, nei sondaggi, non rispondono alla domanda ’per chi voterà’ è stata sempre prossima al 30%, comprendendo 3 categorie: quelli che non voteranno (astensionisti), quelli che non hanno deciso (incerti), quelli che non vogliono esprimersi (mimetizzati); a questi vanno aggiunti i rifiuti a farsi intervistare che, se non ben gestiti, ampliano il margine di errore. Se il sondaggio è fatto di poche domande, magari per telefono, mancano gli elementi per stimare la ripartizione degli indecisi e dei mimetizzati; oltre alle domande sul voto, un buon sondaggio dovrebbe contenere domande di opinione sui principali temi in modo che sia possibile desumere dall’insieme, un orientamento. Fare un buon sondaggio però è costoso, richiede metodologie sofisticate ed esperti di sociologia per i questionari. La committenza, giornali o partiti, non è generalmente disposta a sostenere i costi. L’exit poll è un sondaggio in apparenza più semplice dove però è difficile correggere le distorsioni prodotte dall’elevato numero di rifiuti; le stime sono inevitabilmente deboli per ragioni statistiche di rappresentatività del campione. E’ anche probabile che, per dare i risultati alla chiusura dei seggi, i votanti delle ultime ore non vengano nemmeno considerati. E’ dimostrato che il rifiuto dell’intervista è più alto fra gli anziani e i livelli inferiori di istruzione, categorie che hanno peso diverso nell’elettorato delle due coalizioni, con l’inevitabile conseguenza di distorcere le stime. Diverso il discorso sulle proiezioni. Lavorando su un campione di 2000 seggi, rappresentativo a livello regionale, non si commettono, a livello nazionale, errori che vadano al di là dello 0,1-0,2% per partiti che abbiano un bacino di voti superiore all’1%. Desidero lanciare un appello ai colleghi perché non accettino incarichi che non consentono di garantire sufficiente affidabilità. Con i tassi di rifiuto attuali, non è possibile organizzare exit poll garantendo rappresentatività del campione e dati alla chiusura dei seggi: meglio aspettare un’ora e affidarsi alle proiezioni. Giorgio Visintini