Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  aprile 20 Giovedì calendario

La Repubblica 20 aprile 2006. L´ultimo rantolo della polemica post-elettorale, i famosi 45 mila voti che l´autorevole costituzionalista Calderoli voleva annullare, riguardava un mini-partito dal nome molto lungo, la Lega per l´Autonomia-Alleanza Lombarda

La Repubblica 20 aprile 2006. L´ultimo rantolo della polemica post-elettorale, i famosi 45 mila voti che l´autorevole costituzionalista Calderoli voleva annullare, riguardava un mini-partito dal nome molto lungo, la Lega per l´Autonomia-Alleanza Lombarda. Una specie di finta Lega schierata con il centrosinistra, uno dei tanti simboli che, in entrambi gli schieramenti, avevano una evidente funzione mimetica, quella di attirare gli elettori più sprovveduti dello schieramento opposto. Così almeno credevo fino a quando ho letto alcune dichiarazioni del leader di quel partito, signor Elidio De Paoli. Un ex marxista-leninista amico della sorella di Bossi, contrario "alla guerra imperialista contro il popolo iracheno" ma ammiratore sperticato di Berlusconi, schierato con il centrodestra nel 2001 e con il centrosinistra nel 2006. Mano a mano che il De Paoli parlava, andava inesorabilmente sfumando l´idea, squallida ma logica, di un trucchetto politico diffuso, quello delle liste-civetta. E si faceva strada l´impressione, ben più allarmante, di un paese ad altissimo tasso di follia, nel quale 45 mila elettori (mica dieci o dodici) hanno dato il voto, appunto, a un ex marxista-leninista amico della sorella di Bossi, filo iracheno ma filo berlusconiano, però alleato con la sinistra. Che cosa vi fa più paura, abitare in un paese di furfanti o di matti? Michele Serra