La Stampa 20/04/2006, pag.36 Marco Ansaldo, 20 aprile 2006
Libero marcato. La Stampa 20 aprile 2006. Torino. Adesso gli spagnoli sostengono che Ancelotti è un difensivista perché, mentre il Milan era sotto di un gol, ha mandato in campo Maldini, Cafu e Ambrosini invece di Rui Costa e Marcio Amoroso, come - dicono - avrebbe fatto l’allenatore di una squadra della Liga
Libero marcato. La Stampa 20 aprile 2006. Torino. Adesso gli spagnoli sostengono che Ancelotti è un difensivista perché, mentre il Milan era sotto di un gol, ha mandato in campo Maldini, Cafu e Ambrosini invece di Rui Costa e Marcio Amoroso, come - dicono - avrebbe fatto l’allenatore di una squadra della Liga. Il fiume di indiscrezioni e di bufale che i giornali hanno diffuso sulle mosse del tecnico rossonero verso il Real Madrid si sono bloccate con la sconfitta del Milan contro il Barça. Nessuno che si scomponga invece per la marcatura a uomo che Rijkaard ha imposto su Kakà. Un ritorno all’antico, l’abiura alla zona purissima da parte di un figlio prediletto di Arrigo Sacchi. O forse è stata un’abile autopromozione dell’olandese con Silvio Berlusconi, di cui è rimasta famosa la reprimenda a Dino Zoff che non fece marcare Zidane da Gattuso nella finale degli Europei del 2000: Rijkaard, quando serve, non si vergogna di prosciugare la fonte del gioco ricorrendo ai vecchi sistemi. Sarà certamente cresciuto nella stima del Cavaliere. Uomo o zona, passato e presente, storia vecchia, l’argomento di mille discussioni e di una battutaccia attribuita a Gigi Radice quando allenava la Fiorentina e Vittorio Cecchi Gori, sceso negli spogliatoi, gli ordinò una marcatura a uomo. «A uomo - fu la replica - marcherei solo la sua signora», che era Rita Rusic. Rijkaard comunque non è stato il primo, non sarà l’ultimo a «sporcare» la zona. Happel, con l’Amburgo, lo fece per bloccare Platini nella finale di Atene affidandolo a Rolff. Cesare Maldini depistò Pessotto su Zidane in Francia-Italia ai Mondiali del ’98. Ancelotti invece non ha fatto altrettanto con Ronaldinho, rimasto libero di inventare. «Noi abbiamo un certa caratteristica di gioco e non cambierò atteggiamento a Barcellona», ha promesso l’uomo che gli spagnoli oggi bollano di difensivismo. «Non abbiamo nessun tipo di complesso di inferiorità nei confronti del Barcellona, né di Ronaldinho, né di nessun altro», ha aggiunto Galliani alla presentazione del nuovo sponsor, la Betandwin. Dunque il Milan non cede. «Non sarebbe logico che lo facesse - sostiene Marcello Lippi, che era a San Siro - perché se Ancelotti piazzasse un uomo dietro a Ronaldinho che parte dalla sinistra e si sposta ovunque, la squadra perderebbe i normali punti di riferimento. meglio che lo prenda chi è in zona, come ha fatto Stam. Tra l’altro Ronaldinho è quasi immarcabile, perché le sue accelerazioni da fermo sono devastanti. Per il Barcellona invece è stato naturale controllare Kakà in quel modo, perché loro tengono sempre un centrocampista davanti alla difesa: diciamo che Edmilson si è applicato su Kakà con un po’ di determinazione in più del solito, ma l’impianto del Barça non è cambiato». Insomma la rinuncia alla zona pura c’è chi può permettersela e chi no. «Se uno gioca con il 4-2-3-1 dove trova il centrocampista da sacrificare sull’uomo?», si chiede Lippi, guardando avanti. Dopo aver visto come ha fatto il Barcellona anche l’Italia potrebbe marcare a uomo Kakà, se l’incontrerà ai Mondiali. «Intanto devo pensare a come si ferma il Ghana», glissa Lippi, ma niente è da escludere. Il vero problema è che per fermare il Brasile di francobolli ne servirebbero almeno quattro. «E poi dipende dal tipo di avversario che si vuole controllare - interviene Dino Zoff - altrimenti si darebbe ragione a quella tesi di Berlusconi: io continuerei a non far controllare a uomo Zidane perché arretra, ti salta, va via e sono dolori. A quel tipo di giocatori è meglio girare attorno, come con Cruyff o Platini: se lo marcavi stretto, Michel rientrava, lo perdevi di vista e lo trovavi in zona gol con un paio di scambi. Invece con Maradona Gentile azzeccò la marcatura a uomo, anzi di più, e funzionò ai Mondiali dell’82. Si ripeté con Zico». Ronaldinho si può fermare a uomo? «Magari un’occhiata gliela farei dare, perché è molto difficile controllarlo da fermo ma se prende velocità è peggio, mentre con Kakà è più semplice. Gioca in quella zona, dietro alle punte: un marcatore non deve seguirlo per il campo». Rijkaard ripeterà la mossa al Camp Nou. Ancora con Edmilson o con Thiago Motta. Kakà dovrà inventarsi lo spazio per diventare decisivo, come è stato Ronaldinho a San Siro, tanto da far dire al ct brasiliano Parreira che «ha battuto il Milan da solo». «La prestazione di Kakà non è stata un problema né mi preoccupa il ritorno - sostiene Ancelotti -: non mi sembra che il controllo speciale del Barcellona l’abbia limitato come si dice. arrivato una volta al tiro e ha creato due assist importanti che potevano trasformarsi in due gol e oggi non staremmo a parlarne tanto». Nel Milan rimane la convinzione di potercela fare. «Noi al Camp Nou abbiamo già vinto - ripete Galliani - e siamo usciti dal campo convinti di non essere inferiori al Barcellona. Se Gilardino avesse segnato, invece di colpire il palo, probabilmente sarebbe stata una partita diversa». E non la vittoria di una marcatura in vecchio stile. Marco Ansaldo